L'eroismo dei Padri e gli errori dei Nonni

Nell’intervento a Sarezzo per la celebrazione del 25 aprile non mi sono risparmiato un passaggio “problematico”. Per quanto non proprio il massimo per celebrare una festa. Infatti, dopo aver richiamato tutto ciò che andava detto - dall’eroismo dei Partigiani, ai valori dell’Antifascismo e della Costituzione - m’è uscito di botto il mio vero cruccio. Oltre la vittoria del ‘45, la tremenda sconfitta degli anni ‘20. I perché, quindi, dell’Italia e della Germania consegnate al Fascismo ed al Nazismo. Con la valanga di libri ben scritti, ma che spesso vien rimossa. Eppure anche Umberto Eco ci ha parlato d’un Ur-Fascismo, ovvero d’un “Fascismo eterno”! Di sicuro, c’è un certo clima di destra radicale, di guerre, di democrazie in crisi, di “democrature” contagiose alla Orban, di populismi che ci appesta, ma che respiriamo. Ho così richiamato, insieme ai successi della Resistenza, la precedente e colpevole sconfitta delle forze democratiche. Pur nella “messa cantata” del 25 aprile non mi sono quindi risparmiato il richiamo alla “messa funebre” degli anni ’20/30.
Ricordando due vicende.
Le elezioni del 1921 in Italia. Con un 20% del Blocco nazionalfascista, mentre tutto il resto delle forze democratiche era contro. Con i soli popolari e socialisti, che insieme facevano il 45%.
Le elezioni del 1930 in Germania. Con Hitler che ha solo il 18% del voto, mentre vari partiti popolari cattolici di centro sono al 23%, i socialdemocratici al 24% ed i comunisti al 13%.
Ma dopo solo tre anni in Italia, nelle elezioni del 1924 la lista mussoliniana è al 65%, con popolari e socialisti al 20%. Poco nulla i comunisti. Così come dopo solo tre anni anche in Germania, Hitler ha la maggioranza relativa con il 45%, mentre tengono a fatica i socialcomunisti, ma sparisce il  voto del Zentrum cattolico, travasato nel Nazismo.


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