Per Renato Corsini

Gli anni ’70 e…dintorni hanno rappresentato uno spartiacque decisivo per Brescia. Come peraltro per il Paese intero. Anni che si sono aperti all’insegna d’una trasformazione profonda sotto il profilo politico, socio-economico e culturale. Con l’affermarsi nel ’68 di movimenti giovanili e d’un nuovo protagonismo operaio, sindacale e sociale. Ed un conseguente rovesciamento anche del paradigma politico, ereditato in precedenza. Un vero e proprio statu nascenti, s’è persino detto. Quindi un vero e proprio sommovimento sociale che ha preso le mosse dal ’68 per espandersi in forme nuove negli anni ’70, ma determinando, al tempo stesso, estese reazioni non solo all’interno delle istituzioni, ma per molti aspetti anche contro le stesse istituzioni democratiche.
Nella stessa sinistra politica si era aperto anche il fronte d’una contestazione, financo estrema, con varietà di posizioni: di natura operaista, in polemica con il “revisionismo” del Pci o, persino, di un aperto contrasto per il sopposto tradimento d’una Resistenza “rossa e di classe”.

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