Il Prefetto Narcisa Brassesco e l’imbarazzo di sostegni e silenzi a Brescia 21 06 22

La Presidenza della Repubblica ha revocato “per indegnità” le onorificenze attribuite all’ex Prefetto di Brescia, dott.ssa Narcisa Brassesco. La vicenda ha riguardato interventi del Prefetto per favoritismi personali riguardanti un imprenditore bresciano. Non intendo infierire sulla persona della dott.ssa Brassesco, ma evidenziare responsabilità di vari soggetti politici, istituzionali e di alcune categorie per sostegni e silenzi nel corso dell’intero arco della sua controversa presenza a Brescia. E per un tempo – per ben sei anni – tra i più estesi per un prefetto nella stessa città, dal 1860 fino ad oggi! Con una riflessione che possa essere un “memento” anche per le istituzioni pubbliche locali, e non solo…prefettizie.
Molte le vicende all’insegna di scorrettezze ed incapacità. Tra queste, si pensi all’improvvida accoglienza inscenata dal Prefetto, per il ministro Bossi in vacanza a Ponte di Legno, con imbarazzanti fotografie di questa sua scampagnata montanara.
Ben nota la vicenda della scuola di Adro, tutta disseminata di simboli della Lega – col “Sole delle Alpi” – e lo scandaloso mancato intervento del Prefetto. Con l’Interrogazione nel 2010, al Ministro dell’Interno on. Maroni, promossa dagli onn. Corsini e Ferrari che sollecitavano il trasferimento del Prefetto. Con l’on. Maroni ed i Parlamentari della Lega in difesa del Prefetto, come fosse un proprio esponente di partito.
La vicenda drammatica, nel 2010, della “Gru di S. Faustino”, con il Prefetto che - per consenso generale - venne esautorato dal Questore dott. Montemagno, e sulla base d’una regia condivisa - con Sindacati Cgil e Cisl, la Chiesa con padre Toffari della Caritas, Rappresentanze di immigrati e Magazzino 47 – si evitò una possibile tragedia.
I gravi tafferugli, nel 2013, in occasione del comizio di Berlusconi in Piazza Paolo VI, dovuti all’improvvida gestione del Prefetto. Ma l’on. Saglia sottosegretario respinse allora la richiesta di immediate dimissioni del Prefetto, anche se…son convinto… ch’egli abbia maturato ormai da tempo un’opinione opposta.
Per non dire poi dell’inaugurazione del Metrò con tutta Brescia, Autorità istituzionali, aziendali e religiose, con il vescovo mons. Monari. Unica assente la dott.ssa Brassesco, con voci ricorrenti ed imbarazzate di impegni suoi non istituzionali, ma personali per un’esposizione “fashion” in quel di Parigi.
E via elencando. Queste ed altre vicende hanno trovato nel Centro Destra una difesa politica come mai è avvenuto a Brescia verso alcun Prefetto. Quindi con modalità del tutto avulse dalla storia nostra.


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