Molti sono increduli del percorso che ci porterebbe in Provincia all’alleanza con la Destra bresciana e ad una rottura profonda nel PD e con la Sinistra.Si tratta di un progressivo scivolamento senza freni gestito al di fuori dagli organismi dirigenti del PD, con una Direzione Provinciale non convocata da 5 mesi. Un progressivo scivolamento rispetto al punto iniziale che immaginava una ripetizione di “gestioni unitarie” precedenti in Provincia, ma allora gestite con maggioranze e presidenze di Centro Sinistra, con nessun ruolo significativo del Centrodestra. Fino alla Presidenza di Moraschini.Ma nel frattempo tutto è cambiato. Con la vittoria di FdI e Meloni, con il ridimensionamento anche a Brescia dell’area centrista del Centrodestra. E’ stata poi accantonata la situazione, pur immaginata, di un possibile risultato, alle elezioni provinciali bresciane, di un pareggio di 8 ad 8 consiglieri e d’un Presidente come Moraschini in…stand by.Ma con la sconfitta del Centrosinistra la situazione si è radicalmente cambiata con 10 seggi attribuiti al Centrodestra, 7 al Centrosinistra.Con una “fecondazione extracorporea”, rispetto ai partiti interessati (compreso il PD), si è tentata da parte di alcuni dirigenti del PD una operazione che poteva anche avere una qualche “chance”, con la parte centrista del Centrodestra da protagonista e con la garanzia dell’unità di tutto il Centrosinistra unito. Con “Bene Comune”, ovviamente incluso. Un azzardo che in una logica continuista, come è avvenuto anche in alcune Province, poteva essere pure “tentata”. Ma non al buio, con una Direzione Provinciale del PD neppure convocata ben 5 mesi!In realtà in un clima…nebbioso, si è poi tentata un’operazione neocentrista. M’è pur scappato di dire - absit iniuria – pure: neodemocristiana, pensando ai protagonisti d’una tale operazione.Il percorso, però, si è poi scontrato con un quadro che a Brescia in questi mesi si è letteralmente rovesciato. E che ha travolto tale tentativo, ma con taluni ancora oggi che non vogliono prenderne atto. Ed ha riguardato i rigurgiti neofascisti a Brescia, che ha coinvolto candidati e consiglieri di FdI, divisioni in Loggia, il protagonismo leghista della segretaria Sisti, per affermare la candidatura in Provincia di un proprio vicepresidente, non come il Sindaco di Concesio, ma nientemeno di Rolfi, a capo della contrapposizione frontale in Loggia contro Castelletti. Per non dire poi dei 5 mesi di imbarazzanti di svagata inconcludenza di Moraschini...