Sul Giornale di Brescia del 25 giugno, col titolo "Ballottaggio Chiari. Io non ho votato e vi spiego perché", Lorenzo Festa avanza alcune riflessioni motivate e serie sulle elezioni di Chiari. Leggendole mi son chiariti ulteriormente gli elementi che ci han portato al risultato negativo di Chiari ed alla impossibilità d’un accordo per responsabilità non già del PD, ma del candidato Sindaco Codoni, nonché dell’ex sindaco Vizzardi, oggi Consigliere regionale. Convincenti spiegazioni sono state fatte anche dal candidato Sindaco Salogni e dal PD di Chiari.
Da parte mia vorrei far parlare anche alcuni numeri per dar conto d’una operazione che ha suscitato perplessità anche fuori Chiari. Con numeri che dicono, insieme alle parole, il senso d’una inaccettabile operazione. Sto solo a quanto è avvenuto, non considerando – volutamente! – ipotesi di futuri traghettamenti verso destra in quel di Chiari. Che spiegherebbero...l’inspiegabile!
Ripercorriamo appunto i numeri. Al primo turno: Zotti con il 34% (destra), Salogni con il 28% (centrosinistra), Codoni con il 28% (Terzo Polo civico). Per la legge al ballottaggio vanno Zotti e Codoni. Alleato al Centrosinistra, Codoni avrebbe quindi avuto la vittoria in tasca.
Con riferimento alla precedente esperienza di Giunta con Vizzardi sindaco, vicesindaco Libretti del PD e Codoni Assessore… quest’area plurale oggi avrebbe avuto più o meno un bel 56%. Il tentativo per un possibile accordo - quello che in tutti i normali Comuni sarebbe stato possibile - viene invece rigettato. Ovvero l’apparentamento o l’accordo per un governo locale condiviso anche nelle responsabilità e reso pubblico tra le due forze. Ed è qui che il fattore “arroganza” si manifesta! E con riferimento ad un’evidente logica di occupazione del potere locale. Di mani libere. Con la presunzione d’una scontata vittoria di Codoni, con una parte del voto di Centro Sinistra.