Proposte vere di riforma per la Lombardia prima di spendere 30 milioni per il referendum

Da giorni s’è riaccesa l’attenzione sul Referendum, proposto dal presidente Maroni, per maggiori poteri alla Lombardia. E su cui già si sono opportunamente soffermati  - seppure con alcune tonalità diverse - il sindaco Emilio Del Bono ed il segretario del Pd Michele Orlando.

Che vi sia un intento strumentale della Lega è evidente. Anche perché finora essa s’è sottratta ad un confronto stringente in Parlamento sulla riforma del Titolo V della Costituzione, riguardante appunto i poteri delle Regioni. Poi capisco la tentazione - persino ‘voluttuosa’ per troppi politici -  di considerare le istituzioni una variabile dipendente dalla loro collocazione di governo e di potere. Al punto d’essere scatenati ‘autonomisti’ quando sono all’opposizione e ferrei ‘centralisti’ quando hanno in pugno le redini del governo. Ciò vale  pure per la Lega, in prima fila a sostegno d’un proprio centralismo regionale contro province e comuni. Come avvenuto anche di recente sulle deleghe, sollecitate dal presidente Mottinelli per Brescia.

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