“Modello Brescia”: il Centrodestra contro le scelte più innovative

In questa campagna elettorale – il cui esito riguarderà anche la Loggia - il “modello Brescia” è motivo di grande interesse per le sue realizzazioni. Il Termovalorizzatore è un esempio nazionale anche per gli onn. Renzi e Gelmini. In occasione del Forum Ambrosetti di Cernobbio la politica energetica di A2A, player nazionale, con le valutazioni dell’AD ing. Mazzoncini, perno d’una economia circolare. Un Metrò all’avanguardia della mobilità sostenibile, presto integrato con il Tram proposto dall’assessore Manzoni. Una A2A, nata tra Brescia e Milano, con servizi di prim’ordine e risorse dai 50 ai 70 mln di euro annui per il Comune capoluogo, con un dividendo frutto della fusione di ASM con AEM.
Che la Destra tenti il salto su questi carri in velocità non sorprende. Ma si dà il caso che il Centro Destra bresciano – tutto od in buona parte - su tutte queste scelte s’è schierato contro. Proprio così! Storia ormai sepolta? Tutt’altro. Perché essa ci dice di partiti, ceto politico ed eredi che, pur con diverse nomenclature, sono in campo ancora oggi. L’on. Paroli ha richiamato in questi giorni la sua Giunta in Loggia. Già…ma sorvola sul dettaglio che son bastati solo 5 anni per ritrovarsi con il suo vicesindaco Rolfi all’opposizione. E che nel decennio di Del Bono un ulteriore lungo cammino è stato compiuto, come in questi giorni il Sindaco ha efficacemente illustrato anche negli incontri con il ministro Orlando ed il segretario del PD, l’on. Letta.
Si prenda il Termovalorizzatore, proprio quello d’una motivata polemica che vede Brescia contrapposta ai gravi ritardi di Roma. Già, ma non può farla il Centro Destra bresciano, perché la Lega Lombarda, per voce del capogruppo Molgora (poi Presidente della Provincia) e l’allora MSI-AN in quel decisivo Consiglio Comunale del 28 luglio del 1992, votò contro.



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