Ho registrato qualche reazione preoccupata sull’uscita in questi giorni di indiscrezioni riguardanti un’eventuale apertura del PD in Loggia verso liste civiche e forze cattoliche di centro.Da sempre - e quindi non da oggi - per quel che mi riguarda, ritengo esista in politica una legge che vale (volendo esagerare un po') con una certezza che eguaglia la formula newtoniana della legge fisica della gravità.
Un centro sinistra ampio ed articolato (“ulivista”: per intenderci) con un chiaro programma, leadership affidabile e coesione politica può benissimo aprirsi, ed in modo trasparente, anche al di là dei propri confini. Come a Brescia s’è già fatto. O sperato, come con la lista civica di Francesco Onofri.
E', sempre per me, un’antica lezione berlingueriana (..se posso dire senza provocar scandalo o fastidio) che non mi ha mai abbandonato.
Se a suo tempo, per esempio, non si combinò a livello nazionale nulla di significativo con Casini - da parte di Bersani ed altri - fu solo per il pasticciamento alternante del Pierferdy nazionale. Non certo per nostre preclusioni da sinistra.
Intervista di Davide Bacca - Giornale di Brescia 20 08 2017
Il ridisegno del trasporto pubblico bresciano slitta al 2019. Nel frattempo saranno introdotti i costi standard. Ma soprattutto andrà messa in campo un’azione di forcing nei confronti di Stato e Regione per avere garanzie sulle risorse a disposizione, in modo che la rivoluzione del TPL non vada a pesare sulle tasche dei passeggeri. Claudio Bragaglio traccia così la road map dei prossimi mesi.
L’INTERVISTA. Tra scenari nazionali e locali, parla il Presidente della Direzione regionale. “COALIZIONE A TRAZIONE PD, ECCO IL PARTITO DELLA CITTA’ ”. Bragaglio: “Del Bono tra due versioni Dem: nazionale territoriale. E’ sulla via di Martinazzoli e Corsini”.
di Mauro Zappa. Bresciaoggi 02.07.2017
Ci sono due Pd. Uno nazionale, votato all’idea di una propria autosufficienza a dispetto delle sonore sconfitte inanellate nell’ultimo anno e già pericolosamente avviato lungo una strada che lo porterà all’isolamento. L’altro territoriale, radicato in città e in regione, rappresentato da esperienze amministrative che si reggono su grandi coalizioni capaci di raccogliere l’insieme del centrosinistra e del civismo. La situazione attuale del partito democratico Claudio Bragaglio, presidente della direzione regionale, la fotografa così. Invoca da parte di Renzi una riflessione approfondita, propiziatoria a un’inversione della sua rotta politica. Nel contempo si compiace per il “non diserto” pronunciato in San Cristo da Del Bono perché disponibilità declinata nel solco di quella continuità “ulivista” che prima dell’attuale sindaco è stata rappresentata da Martinazzoli e da Corsini.
La tornata amministrativa restituisce un Pd in evidente difficoltà. E’ una lettura corretta o il recente test elettorale non è da considerarsi probante?
Esprimo seria preoccupazione, sia per il risultato conseguito, sia per la rottura nel gruppo dirigente nazionale che ne è derivata, espressa attraverso le prese di distanza di Franceschini, Prodi e Veltroni nei confronti di Renzi, il quale ha cercato di dare una lettura non così drammatica del momento. Sbagliando, perché il momento drammatico lo è davvero, testimoniato dal fatto che in precedenza anche altre realtà amministrative molto rilevanti e lo stesso referendum del 4 dicembre hanno certificato un Pd nazionale fuori sintonia rispetto al Paese.
All’indomani del ‘Brescia Pride’ polemiche ed antipolemiche non mancheranno. Uno scorrere di ruscelli fino – forse – ai fiumi in piena. E il Sindaco Del Bono che per Luxuria non rappresenterebbe la città. E un Pd piuttosto scarso in manifestazione. E il mancato patrocinio della Loggia…e così via. Non ritorno sulle mie opinioni, già espresse per l'adesione e confermate. Mi limito invece a brevi considerazioni, ottimistiche sul futuro più che sul recente passato. Dal parto con il travaglio annuale d’una Petizione in Loggia che sulle famiglie anagrafiche poteva risolversi positivamente nel giro di poche settimane, alle titubanze ed incertezze di questi mesi sul ‘Brescia Pride’. Vicenda poi conclusa, col fiatone tirato al 90° minuto, ma in modo positivo e soddisfacente. Come il Vicesindaco Castelletti e l'Assessore Fenaroli hanno poi ben esplicitato. Esiste la storia fattuale e pure quella controfattuale. Ovvero anche la ‘storia dei se’. Che non aggiusta certo il passato, ma che ha molta importanza per poter evitare gli errori del futuro.
Il ‘Brescia Pride’ è stata una gran festa dei diritti civili. Di Brescia e non solo. Festa, insisto, il modo come la gente s'è raccolta in piazza Vittoria all'ombra delle statue di Paladino, come s'è snodata in città tra musei ed antiche vie, come è stata accolta col sorriso partecipe delle persone sulle porte spalancate dei negozi. Intelligente anche nella scelta del percorso, comprese alcune limitazioni accolte con rispetto dei luoghi.