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4 aprile 2016 - Darfo Boario Terme ore 20.30

SINISTRA RIFORMISTA DI BRESCIA
ASSOCIAZIONE CAMUNA SEBINA “ENRICO  BERLINGUER”
 

Lunedì 4 aprile, ore 20.30
presso la “Sala ’89”, in vicolo Oglio 10, Darfo B.T.


INCONTRO PUBBLICO IN VALCAMONICA
sul tema:

IL PD ED UN NUOVO CENTRO SINISTRA
Introducono:

PAOLO PAGANI  e GIUSEPPE GALLI

Partecipano:

CLAUDIO BRAGAGLIO, NADIA FACCHINI, CARLO FOGLIATA,
DANIELE GAZZOLI, MONICA PECI, MASSIMO REBOLDI

Conclude  il sen. PAOLO CORSINI

I temi di maggiore attualità (Europa, terrorismo, crisi economica, lavoro, immigrazione, riforme costituzionali, riassetto di Regione, Enti locali e nuova Provincia…) rappresentano - in particolare considerando gli sviluppi più recenti  e preoccupanti - una sfida molto impegnativa anche per il futuro del PD e del Centro Sinistra.

L’incontro  si propone di approfondire una riflessione e di motivare il senso di un impegno nel PD e del PD per costruire, anche in Valcamonica, risposte politiche, sociali ed istituzionali più adeguate di cambiamento e di rinnovamento.

Sala: una candidatura per Milano anche da... bresciano

Varie le valutazioni su Giuseppe Sala, sindaco di Milano. Ma vorrei subito deludere un amico del PD che considera il mio sostegno a Mr. Expo come tardiva confessione - parafrasando il filosofo – del fatto che ‘non possiamo non dirci renziani’. Non è così.
Per me la sfida di Milano era obbligata per Pisapia. Dunque un errore il suo ritrarsi. Da ciò i nostri problemi.
Perché Sala? Per diverse ragioni, già motivate. E senza nulla togliere ad altre candidature. A mio parere v’è poi anche una ragione ‘bresciana’: la convinzione che il nostro futuro passerà, ancor più di prima, da Milano. Questione che va oggi ri-focalizzata, anche alla luce delle novità legislative.
Il voto dei cittadini si sa è decisivo. Ma dopo la vittoria c’è pure il governo d’una metropoli complessa. Ciò significa rapporti anche con soggetti sociali, sindacali, economici, finanziari. Significa ‘governance’ con varie realtà, altro che ‘disintermediazione’ renziana. Su questo piano Sala potrebbe avere una marcia in più.
Ma di che Milano stiamo parlando? Non del solo Comune, ma d’una ‘Città metropolitana’, che comprende un terzo della Lombardia. Tre milioni di persone e la concentrazione economica più rilevante del Paese. La terza in Europa. Non d’un rito solo ambrosiano, tanto meno meneghino. Con il Sindaco di Milano che, per la legge Delrio (l.56/2014), è anche il Sindaco metropolitano. E domani – come da Statuto – da eleggere, a suffragio universale, e che adotta un ‘Piano strategico generale’, con funzioni ancor più rilevanti di quelle regionali. Sullo sfondo, invece, le nostre ex Province derubricate dal nuovo Titolo V della Costituzione.

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Per Milano (e la Lombardia) Giuseppe Sala il sindaco giusto

Alcuni esponenti del Centro Sinistra sostengono che Giuseppe Sala non vada bene perché è il Sindaco del 'partito della nazione'. Chi, come me, è contrario ad una tale trasformazione centrista del PD e pensa che il PD debba essere una forza di  centro sinistra, deve in primo luogo non subire una perversa logica di spauracchi e di autolesionismi. E quindi debba guardare al senso politico più generale che assume una candidatura per Milano, per la Lombardia, per il Paese. Consegnare poi una figura di amministratore indipendente come Sala al progetto d'un 'partito della nazione' mi sembra un regalo immeritato, un capolavoro di masochismo, tipico d’un minoritarismo cronico, che possiamo risparmiarci.

Sala è un amministratore di valore, serio ed affidabile. Ed ha anche il merito di non far parte dell'orchestra di tromboni e di trombette che troviamo spesso in giro. Anche nel PD purtroppo. Candidabile, Sala, anche (e soprattutto) da una sinistra riformista e di governo, come spesso abbiamo fatto, e con successo, nei decenni in molte città, con amministratori indipendenti. Con in testa anche il valore più generale di queste operazioni politiche.

Possibile una ‘scissione amichevole’ nel PD?

Il prodiano sen. Franco Monaco ripropone la sua tesi: prendere atto dell’incomponibilità delle divisioni nel PD con una ‘scissione amichevole’. Il tutto per rendere poi possibile un’alleanza tra centro renziano e sinistra riformista. Insomma il famoso Centro-Sinistra, col trattino. A Monaco rendo il merito della sincerità perché dice quel che altri – e da fronti tra loro opposti – sussurrano. ‘Benvenuti, finalmente’, mi verrebbe da dire. Essendo tra coloro che nel 2007, e proprio su quel punto, persero il Congresso contro la ‘fusione a freddo’ del PD. Fatta con la spinta di Prodi. Nonché di esponenti DS. Pure loro in molti – anche a Brescia – oggi pentiti, penitenti e renitenti.

Ma - pur mantenendo quella mia stessa idea - nel bel mezzo d’una difficile navigazione del PD e del Paese, non debbo legarmi all’albero della barca per resistere all’incanto di tali mutabili sirene. Si dà infatti il caso che un processo politico non lo si riavvolga con un tasto come un ‘action movie’.

Intanto ‘amichevole’ una scissione? Un conto allora promuovere un processo federativo d’un centro cattolico con una sinistra riformista. Un conto oggi la rottura d’un partito. Scendendo per ‘li rami’ fino a Comuni e Circoli.

Contento della soluzione per il Senato molto per il PD, meno per la Costituzione

Se...un 'se' necessario, perché non sempre un impegno preso è stato mantenuto… vedi il voto unanime del PD sulla norma riguardante i licenziamenti collettivi del Job Act, concordato  in Commissione, ma poi stravolto in Aula. Quindi 'se' per davvero si concluderà, come ipotizzata in queste ore, considero la soluzione per il Senato ‘politicamente’ buona. Rendendo merito ai protagonisti della Sinistra ed allo stesso Renzi.

Politicamente, sottolineo, per il pesante rischio reale di rottura del PD che si è evitato. Nell'immediato e spero anche per il futuro. Con riflessi disastrosi anche per il Paese. Quindi contento, per davvero  senza ‘ma’, e con quel solo ‘se’ riguardante appunto il rispetto pieno dell’accordo raggiunto.

Viceversa, la situazione risulta ingarbugliata e molto meno convincente per la Costituzione.  Per il merito, inteso in senso stretto. Anche perché tale riforma risente negativamente dell’Italicum (che a mio parere rimane una pessima legge elettorale) che fa prevalere la logica dei nominati sugli eletti. Con la possibilità  inoltre di vedere quasi raddoppiati per un singolo partito i seggi in Parlamento rispetto al voto realmente espresso dai cittadini

Proprio da lì nasce lo 'sbilanciamento' complessivo del sistema costituzionale e dello stesso sistema politico.

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