Archivio

Partito

Caccia al cinghiale nella maremma toscana

Nell’offensiva violenta, velenosa, da vero e proprio bracconaggio in atto contro Renzi  ed il PD c’è un intreccio complesso tra il merito della critica politica ed il risvolto di torbide vicende. Un nodo da recidere rapidamente per poter separare le fondate ragioni dell’una, la critica politica, dai torti delle altre. Evitando così che si stringa pericolosamente  un nodo scorsoio al collo del PD. Per quel che ha fatto in questi tre anni, allo spregiudicato cacciatore toscano di ieri nulla verrà risparmiato, essendo  diventato –  per molti ambienti dell'establishment e non solo  - la preda  ora da braccare con mute da caccia sempre più aggressive nella boscaglia politica sempre più profonda.
Quindi non parlo degli oppositori politici da sempre espliciti, conseguenti  e coerenti. Dentro e fuori dal PD. Compreso l' MDP.  Quanto sta avvenendo mi ricorda, per molti aspetti, il torbido periodo conclusivo di Craxi. Il periodo della caccia al “cinghialone”. Si diceva.


PD in mezzo al guado…. ma come nella favola della rana e lo scorpione

In politica si possono avere idee diverse, ma non al punto da capovolgere la realtà. Allo stato dell’arte il PD sta gestendo due linee opposte tra loro.  A livello nazionale un PD sempre più solitario che non vuole la coalizione di centro sinistra, ma con l'ambiguità di possibili future aperture verso Berlusconi. A livello territoriale (Regioni e Comuni) un PD che per vincere è invece (e giustamente) coalizionale (Centrosinistra e Civismo) . Come a Milano con Sala e auspicabilmente l’anno prossimo con Del Bono a Brescia.
Può reggere una simile situazione  così contraddittoria e schizofrenica? Semplicemente no.  O si modifica la prima o il rischio è che si sfasci pure  la seconda.
A mio parere sono ormai troppo evidenti le pulsioni - temo sempre più  incontrollabili - di Renzi verso il nuovo ‘plebiscito’ sul PD, con l’anticipo delle elezioni politiche. Lasciando logorare il governo Gentiloni. O, come taluni sostengono, mettendoci pure del suo. C'è chi è convinto, che ci sarà una prossima svolta di 180° della politica renziana. Da parte mia invece il timore che l’unica svolta che gli viene d’istinto è quella di 360°. Ovvero quella che lo riporta sempre allo stesso punto di prima. Quello già visto. Quello delle molteplici varianti, ma tutte e sempre d'un medesimo gioco. Ma a quel punto pure con lo stesso risultato del referendum del 4 dicembre scorso.  Renzi come un moltiplicatore di avversari, tutti da sbaragliare, ma altrettanto puntualmente e variamente schieratiglisi contro.


Andrea Orlando a Brescia per un PD del Centro Sinistra

Gli incontri del ministro Andrea Orlando a Brescia ed in Lombardia hanno rappresentato una convincente saldatura tra il “modello di centro sinistra” dei governi locali – da Milano a Brescia, da Bergamo ad altre città lombarde – e la sua proposta di governo nazionale. Un PD non più solo, leaderistico ed isolato, ma posto al centro della ricostruzione d’un ampio campo politico e sociale progressista. Con positivi riferimenti anche a Pisapia. Quindi, nettamente distinto dalle ambiguità che attraversano il resto del PD.
Si rende così ancor più esplicita l’insostenibile schizofrenia tra l’attuale linea nazionale del PD e la costruzione di ampie coalizioni politiche e sociali nelle comunità e nei governi territoriali. Dopo il No al Referendum tutto è cambiato. Renzi - dice Orlando – non è più il “dominus”. Ed anche a me pare che, dopo quel traumatico cambio di fase politica, ci si debba attestare ben oltre il dilemma renzismo-antirenzismo, come s’attardano invece a fare sia la “guardia pretoriana dell’Augusto” che, sul fronte opposto, gli indomiti “spartachisti”. Ma con Renzi e D’Alema che si sorreggono per contrapposizione. Di conseguenza, chiarezza anche per la riforma elettorale, necessaria per restituire vita democratica al Paese con il superamento dell’Italicum e la perversa logica d’un futuro Parlamento ingovernabile, fatto da nominati e da trasformisti.


13 03 2017 Il Ministro Anna Finocchiaro a Brescia per Mozione PD di Andrea Orlando

IL MINISTRO ANNA FINOCCHIARO A BRESCIA

per Mozione PD di Andrea Orlando
Lunedì 13 marzo 2017 ore 18.00
presso la sede PD
in via Risorgimento 18 a Brescia

Comitato Andrea Orlando - Brescia


Care amiche e cari amici, care compagne e cari compagni,
Quello che vi propongo è di ridurre le distanze. Quelle economiche, sociali, culturali. E anche le distanze tra di noi. Non è semplice perché viviamo in un mondo lacerato, in una società divisa e alla fine queste divisioni si sono proiettate anche su di noi. In un tempo nel quale il Presidente della Cina comunista fa l’elogio della globalizzazione e il Presidente degli Stati Uniti si pone alla testa dei suoi detrattori non ci sono ricette semplici e non basteranno slogan efficaci. Io avanzo alcune proposte e un percorso per costruirne insieme altre. Sì, perché vorrei che questi giorni che ci separano dal congresso siano anche l’occasione per far crescere dal basso un progetto, coinvolgendo quella parte del Paese che può guardare a noi e riconoscersi. L’Italia è un Paese bellissimo, l’abbiamo detto tante volte, ma è anche un Paese che continua a soffrire. Ha grandi risorse inespresse, il nostro lavoro è farle uscire allo scoperto, mobilitandole verso una riscossa civile e sociale. E questa riscossa può avvenire soltanto con i piedi ben piantati in Europa. “Se costruiremo soltanto amministrazioni comuni, senza una volontà politica superiore, rischieremo che l’Europa appaia senza calore, senza vita ideale”. Tenendo a mente queste parole di Alcide De Gasperi, vorrei che il nostro sguardo fosse costantemente rivolto all’Europa, non solo perché là si collocano le nostre radici, ma soprattutto perché là sta il nostro avvenire, la dimensione minima per combattere l’ingiustizia e difendere la pace.


leggi la Mozione
www.unita.tv/focus/mozione-congressuale-andrea-orlando/





In evidenza

Cerca nel sito

Fotografia del giorno

Consiglieri del...

Nuova Libreria Rinascita