PD in mezzo al guado…. ma come nella favola della rana e lo scorpione
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Pubblicato: Lunedì, 08 Maggio 2017 00:00
In politica si possono avere idee diverse, ma non al punto da capovolgere la realtà. Allo stato dell’arte il PD sta gestendo due linee opposte tra loro. A livello nazionale un PD sempre più solitario che non vuole la coalizione di centro sinistra, ma con l'ambiguità di possibili future aperture verso Berlusconi. A livello territoriale (Regioni e Comuni) un PD che per vincere è invece (e giustamente) coalizionale (Centrosinistra e Civismo) . Come a Milano con Sala e auspicabilmente l’anno prossimo con Del Bono a Brescia.
Può reggere una simile situazione così contraddittoria e schizofrenica? Semplicemente no. O si modifica la prima o il rischio è che si sfasci pure la seconda.
A mio parere sono ormai troppo evidenti le pulsioni - temo sempre più incontrollabili - di Renzi verso il nuovo ‘plebiscito’ sul PD, con l’anticipo delle elezioni politiche. Lasciando logorare il governo Gentiloni. O, come taluni sostengono, mettendoci pure del suo. C'è chi è convinto, che ci sarà una prossima svolta di 180° della politica renziana. Da parte mia invece il timore che l’unica svolta che gli viene d’istinto è quella di 360°. Ovvero quella che lo riporta sempre allo stesso punto di prima. Quello già visto. Quello delle molteplici varianti, ma tutte e sempre d'un medesimo gioco. Ma a quel punto pure con lo stesso risultato del referendum del 4 dicembre scorso. Renzi come un moltiplicatore di avversari, tutti da sbaragliare, ma altrettanto puntualmente e variamente schieratiglisi contro.
Andrea Orlando a Brescia per un PD del Centro Sinistra
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Pubblicato: Mercoledì, 12 Aprile 2017 00:00
Gli incontri del ministro Andrea Orlando a Brescia ed in Lombardia hanno rappresentato una convincente saldatura tra il “modello di centro sinistra” dei governi locali – da Milano a Brescia, da Bergamo ad altre città lombarde – e la sua proposta di governo nazionale. Un PD non più solo, leaderistico ed isolato, ma posto al centro della ricostruzione d’un ampio campo politico e sociale progressista. Con positivi riferimenti anche a Pisapia. Quindi, nettamente distinto dalle ambiguità che attraversano il resto del PD.
Si rende così ancor più esplicita l’insostenibile schizofrenia tra l’attuale linea nazionale del PD e la costruzione di ampie coalizioni politiche e sociali nelle comunità e nei governi territoriali. Dopo il No al Referendum tutto è cambiato. Renzi - dice Orlando – non è più il “dominus”. Ed anche a me pare che, dopo quel traumatico cambio di fase politica, ci si debba attestare ben oltre il dilemma renzismo-antirenzismo, come s’attardano invece a fare sia la “guardia pretoriana dell’Augusto” che, sul fronte opposto, gli indomiti “spartachisti”. Ma con Renzi e D’Alema che si sorreggono per contrapposizione. Di conseguenza, chiarezza anche per la riforma elettorale, necessaria per restituire vita democratica al Paese con il superamento dell’Italicum e la perversa logica d’un futuro Parlamento ingovernabile, fatto da nominati e da trasformisti.