Partito

Bragaglio: Governo Monti e PD - Congresso anticipato

La vicenda che ha dato vita al governo Monti inciderà sulla ricostruzione economica, ma non meno sull'assetto dei partiti. Con il venir meno del “fattore Berlusconi”, siamo in presenza d'un grande movimento impresso all'intero sistema. Una “Terza Repubblica”? Si vedrà. Per ora ha ragione l'on. Fioroni: “nessun partito uscirà dall'esperienza governativa così com'era entrato”. Compreso il PD, costretto a ripensare alcuni suoi “miti fondativi” e a correggerne gli errori. Duole dirlo, ma la “prova del nove” di questa valutazione sta nel fatto che, a fronte del tracollo berlusconiano, il PD non abbia potuto porsi come perno d'una alternativa convincente. Da qui la scelta d'un “governo tecnico”, e non già delle “elezioni subito”. Data la drammaticità della crisi, per fortuna c'è Monti e c'è Napolitano. Ma gli interrogativi aperti riguardano non già la condivisibile scelta assunta da Bersani, bensì la prospettiva.

Per la Loggia una risposta a Pasotti

Ascolto e mi confronto con Flavio Pasotti, sempre con grande interesse. Sempre con idee, provocazioni e giudizi di valore. Come nell'ultima intervista a Bsnews. Molte le cose da me condivise. I suoi giudizi su Brescia, le iniziative da assumere, avendo in testa le sfide della città del futuro, non la sopravvivenza del passato. Invece altri giudizi, più problematici, su cui soffermarsi. Il suo “appello alla borghesia”. Da uomo di sinistra lo ritengo da parte mia pienamente condivisibile. Dirò di più. Dopo la stagione della mediazione “operai e capitale” della DC e di Boni, e la contrastata vicenda Lucchini, i tentativi in Loggia di giocare in proprio da parte di Gnutti nel '94 o di Della Bona, non sono stati sostenuti neppure dalle loro categorie di provenienza (AIB). Anche perché la Loggia è stata considerata un riferimento di autorevolezza ed affidabilità, anche senza avere un “industriale” - modello berlusconiano -  al comando. Senza poi tralasciare il piccolo “dettaglio” che per certi posti in democrazia si contano i voti popolari e non le azioni di una spa.  Pasotti è critico verso i sindaci “selezionati dalla politica, in questi anni”. Se si riferisce al solo Paroli, non c'è alcun dubbio. Se si allarga “ai sindaci”, allora gioca sull'ambiguità e non son proprio d'accordo. Perché sindaci come Martinazzoli e Corsini, o prima, come Panella, Padula o lo stesso Trebeschi,  “selezionati dalla politica”, hanno reso grandi meriti e onore alla nostra città.

Bragaglio: un sostegno al nuovo Ulivo di Bersani

La proposta di Bersani per un “nuovo Ulivo” merita d’essere sostenuta con convinzione. Dice d’una vicenda nazionale, ma anche di quella locale, considerato che in Loggia si voterà insieme alle  politiche del 2013 o all’indomani di alleanze e risultati espressi dalle elezioni anticipate del 2012. La proposta di Bersani per un nuovo Ulivo è stata formulata un anno fa. Ma da allora poco  è stato fatto e ciò ha rappresentato una debolezza nella costruzione dell’alternativa di governo.

Perché SI al Referendum contro il Porcellum

Per quanto mi riguarda firmo il referendum per la riforma elettorale.

Venuta meno la proposta Passigli-Sartori che - con il correttivo della soglia del 4% ed un limitato premio di maggioranza - più si avvicinava al modello tedesco (o a quello dei Comuni) da me auspicato, assolutamente prioritario, oggi, è l'affossamento politico del Porcellum. Per questo anche la mia firma ed il mio impegno.

 

Appello di 70 dirigenti PD bresciano per lo sciopero Cgil del 6 settembre

Noi, esponenti a vario titolo del Partito Democratico, il 6 settembre parteciperemo allo sciopero e alla manifestazione indetti dalla Cgil contro la nuova manovra del governo. E’ una manovra sbagliata, iniqua e depressiva (anche nella seconda versione), che fa pagare i costi della crisi alle categorie più deboli e agli enti locali, con conseguenze gravissime sui servizi sociali e territoriali (il taglio confermato è, comunque, enorme).

Referendum elettorali: tra Passigli e Parisi? Dovendo scegliere, meglio Passigli

Sono in campo due diversi quesiti referendari sulla legge elettorale. L'uno di Passigli-Sartori, l'altro di Parisi-Castagnetti. Ed il PD finora non s'è pronunciato. Considerata la natura abrogativa del referendum, non è agevole intervenire sul testo legislativo del Porcellum. Ma, dovendolo fare, ci si espone a obiezioni su cui stanno scontrandosi agguerriti legulei dei fronti opposti. Ma è alla sostanza che è necessario mirare. Intanto agli scettici  va ricordata un’elementare verità. La legge elettorale non è una tecnicalità neutra, ma riguarda il funzionamento del cuore stesso della politica. Ed in Italia è diventata la Bastiglia nella contesa politica.

Sciopero Cgil: una valutazione diversa da quella di Rebecchi

Le diverse valutazioni sullo sciopero generale promosso dalla Cgil il 6 maggio, meritano grande attenzione. In particolare per la denuncia d’una situazione sempre più insostenibile, per le condizioni di reddito e di occupazione. Sotto accusa è la politica d'un Governo che nulla ha fatto per affrontare la crisi e i problemi sociali dei lavoratori, dei precari e dei cittadini.

Bragaglio: evitare un cortocircuito tra Polo Civico e nuovo soggetto politico

Nella recente conferenza stampa della rivista “Città e dintorni”, ampiamente ripresa dalla stampa locale, sono emerse due forti  ma diverse sollecitazioni che meritano, a mio giudizio, grande attenzione. La prima, quella della formazione d'un “polo civico” per le elezioni a Brescia, ben motivata anche dall'editoriale di Davide Gasparetti, che sta raccogliendo crescente interesse. Interesse ed impegno, da parte non solo dei diretti protagonisti, penso ad Onofri, Castelletti, Braghini e ad altre realtà che si stanno muovendo nella stessa direzione per una “grande Civica”. Ma, non di meno, grande attenzione e disponibilità anche da parte delle stesse forze politiche, come con chiarezza ha di recente autorevolmente motivato il segretario provinciale del PD, Pietro Bisinella

6 maggio 2011- Adesione allo sciopero della Cgil di esponenti bresciani del PD

In Italia è aperta un’enorme questione sociale caratterizzata dall’inoccupazione femminile più alta d’Europa, da una disoccupazione giovanile (30%) record, dalla precarizzazione dei rapporti di lavoro, da un allargamento continuo delle disuguaglianze, da livelli di crescita economica tra i più bassi del mondo.

I governi di Berlusconi e Bossi, che hanno governato 8 anni negli ultimi 10, dopo aver sottovalutato la crisi economica, addirittura negandola, non hanno attuato alcuna politica che favorisse la crescita e sostenesse il sistema delle piccole e medie imprese e nel contempo hanno approvato norme che puntano ad una ulteriore regressione delle condizioni di lavoro e hanno lasciato soli i lavoratori e i sindacati (il caso FIAT è emblematico) a farsi carico delle esigenze di produttività e competitività delle imprese.

Bragaglio: oltre la sconfitta in Loggia dello '08 con una grande Alleanza Civica.

Sul Giornale di Brescia del 27 aprile, il segretario del PD, Pietro Bisinella, ha esposto una posizione sulle elezioni in Loggia che condivido  pienamente. In sostanza, egli si rende disponibile ad un incontro con le realtà civiche presenti (Castelletti, Onofri, Braghini) o che si presenteranno, assumendo come PD la “sfida civica” come un fattore positivo per l'alternativa all'attuale Giunta. Nel tentativo – egli afferma – non di “mettere il cappello o l'imprimatur” come PD, ma di definire un progetto comune. Un'ovvietà? Per nulla. E' evidente, a mio avviso, come tale impostazione porti con sé implicazioni di notevole rilievo  che si muovono ben oltre lo stesso centro sinistra.

PD e SEL insieme per il Centro Sinistra a Brescia

L'adesione a Sel d'un gruppo di consiglieri di alcuni comuni - tra cui Donatella Albini, del Comune di Brescia – rappresenta, a mio parere, un fatto positivo per l'insieme del centro sinistra bresciano e per un ampliamento dell'alternativa al centro destra.

A fronte d'un risultato del 2008, che ha purtroppo lasciato senza rappresentanza parlamentare un'area significativa della sinistra sociale e politica, il recupero d'un ruolo è quanto mai utile ed è destinato a sollecitare una proficua riflessione anche nel PD.

Non sfugge infatti che, nonostante gli sforzi del Pd bersaniano, alcuni temi sociali, a partire dalla centralità del lavoro, fatichino ad affermarsi come parte decisiva della politica di cambiamento. Consapevoli, peraltro, come si stia oggi giocando – lo ha sottolineato efficacemente il segretario nazionale della Fiom Landini, a Brescia - una partita decisiva sulla natura stessa del sindacato, della contrattazione, della rappresentanza democratica dei lavoratori, sul governo della crisi. Temi su cui la Cgil della segreteria Camusso ha – opportunamente, a mio parere – promosso  lo sciopero generale del 6 maggio.

 

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