Capita di riflettere sulle Candidature per la Loggia. E un interrogativo mi si pone, in particolare, su due giovani donne - avvocata, l’una; ingegnere, l’altra – che, pur avendo per taluni aspetti “storie parallele”, sono approdate a scelte opposte. Parlo di Francesca e di Miriam.
La prima ha reso pubblico il suo disimpegno (nella forma polemica d’una… pausa) dal Consiglio Comunale. Sebbene le sia stata manifestata stima, ma poi non meno anche la delusione per questa sua decisione.
La seconda, Miriam, anch’ella fortemente sollecitata a candidarsi. All’inizio neppure da parte della sua area di riferimento, quella della sinistra riformista del PD. Miriam ha infine accettato, pur avendo alle spalle recenti delusioni, dovute alle vicende elettorali del PD, sia a livello parlamentare che in Lombardia.
Parlo di “storie parallele” con riferimento alla qualità del loro impegno, alle loro collocazioni critiche e minoritarie, nonché al ruolo da protagoniste svolto a Brescia in questi anni – in Consiglio Comunale, l’una, alla Camera dei Deputati, l’altra. E in quanto giovani donne di valore, accompagnate da diffuse simpatie e fondate speranze, in un quadro di presenze femminili purtroppo in sofferenza.