Grazie per questa assemblea che riunisce i lavoratori e la città.
Dentro l’azienda che sta al centro del sistema industriale e occupazionale e che costituisce un nucleo decisivo della sua storia non solo produttiva, ma sociale, civile, politica. Così è doveroso ricordare e dare valore al contributo da qui dato alla liberazione. Questo cippo porta i nomi di 55 uomini che hanno perduto la vita come partigiani combattenti, e nel bombardamento della fabbrica che, con la città, fu colpita il 10 marzo 1945, e che non sono tornati dai fronti di guerra.
E’ importante che siano riuniti in un unico monumento: vittime della sciagurata guerra voluta dalla dittatura.
Per tutti Giuseppe Gheda, giovane operaio OM, corse in montagna nell’autunno del 43, catturato e condannato a 20 anni di carcere, riuscì a fuggire ed a riprendere la lotta partigiana, morì sul Sonclino il 19 aprile 45, a una settimana dalla Liberazione.
Anche Mario Donegani lavorava alla OM. “Sovversivo” perché ardito del popolo, confinato a Lipari per cinque anni, viene poi a lavorare qui. Il 13 novembre 43 è tra i prelevati da casa nell’eccidio di piazza Rovetta. Ritenuto morto viene lasciato lì nella via, ma riesce a fuggire ed a riprendere la montagna. Fu bruciato dai fascisti dentro un fienile a Mura di Savallo, il 26 ottobre ’44.
Liberazione: da cosa? Dalla guerra, dalla dittatura, dalla fame, dalla paura.