Mantengo particolarmente vivo il ricordo del sen. Piero Padula. Della sua acuta intelligenza in campo politico ed amministrativo, del suo impegno e della sua determinazione. Del valore da lui assegnato ad una parola data. Nonché della stima ampiamente riconosciuta, anche da avversari politici, come dall’allora Gruppo Consiliare del PCI e di cui posso dare testimonianza anche in qualità di Capogruppo. Altrettanto vivo è il ricordo di quel suo temperamento schietto e forte, anche se non sempre facile.
Una stagione di Sindaco (1985-90), in cui convergenze e scontri tra la maggioranza di governo, imperniata sulla DC, e l’opposizione del PCI possono essere iscritti nel quadro di rapporti politici che - soprattutto a far data dal 1975, con sindaco Cesare Trebeschi e l’esperienza delle “Giunte aperte” - hanno caratterizzato la storia amministrativa della Loggia ed il migliore municipalismo bresciano. Un tratto che ha costituito, e per interi periodi storici, un apprezzato denominatore comune delle forze politiche popolari. Al punto da far positivamente rilevare vere e proprie “storie parallele” dei protagonisti di quel municipalismo, quand’anche diversamente collocati sullo scacchiere politico.