Renzi ha avuto il pregio di realizzare una discontinuità e di suscitare enormi aspettative di cambiamento. Ma tra il rottamare ed il far di macchine e di motori la differenza è abissale. Quale sia la sua vera meta (che non sia solo la sua scontata ambizione) ritengo che nessuno possa davvero dire con certezza. Al punto da fugare il dubbio che tale meta non l’abbia del tutto chiara neppure a se stesso. Per ora, la sola cosa evidente è questo suo rischioso gioco – spregiudicatamente fatto a bordo campo e in “fuori gioco” – contro il governo di Letta. Questo suo sostegno a Letta, ma agitato da lontano, più che altro, come minaccia e corda per l’impiccato.
La soluzione del problema non va ricercata in Letta, ma in Renzi segretario del PD. Ed il futuro indefinito, ch’egli per ora ci riserva, potrebbe estendersi tra entrambi gli estremi: dal massimo della vittoria, al massimo della sconfitta. Con un ventaglio aperto a 180 gradi.