L’incontro del 12 aprile, promosso da Cuperlo al Teatro Ghione di Roma, ha rappresentato un fatto politico destinato ad avere in prospettiva significative ripercussioni. Quand’anche diverse siano le interpretazioni sulle proposte avanzate.
L’esigenza, per la sinistra riformista, di uscire dall’angolo e di superare uno stato di minorità nel partito, in quell’assemblea accalcata la si è respirata a pieni polmoni. E finalmente. Un clima molto diverso da quello - altalenante tra il depresso ed il rottamato - che si respirava in fase congressuale.
La proposta di Cuperlo per la “costituzione dei Comitati della sinistra riformista”, le riflessioni critiche di Bersani sull’Italicum e le proposte di riforma costituzionale, l’appello energico di D’Alema – per certi aspetti drammatico, considerato lo stato del partito - per un impegno diretto ed organizzato in componente, anche al fine di contrastare la trasformazione di un soggetto politico in un semplice comitato elettorale, hanno offerto un preciso e costruttivo indirizzo di iniziativa.
E la scossa di D’Alema - dopo lunga e forzata ibernazione - s’è fatta sentire forte e chiara. Ed anche in questo caso…finalmente!