Un “si’ critico” al Referendum e l’Italicum da cambiare

Aderendo, nel gennaio 2016, al “ Comitato del Sì al Referendum”, promosso dal PD di S.Polo,  mi erano ben chiare le implicazioni. Un “Sì critico”, il mio, non per dubbi, ma per motivazioni distanti da pregiudizi. Al punto da confermare il mio Sì “nonostante” gli argomenti di alcuni suoi sostenitori. Renzi e Boschi inclusi. Penso ad alcune loro improvvide posizioni. Che – anche per “moral suasion” di Napolitano e Mattarella - hanno  registrato una virata quanto mai opportuna. Con l’ammissione di errori ed un cambio di direzione, per non porre a rischio l’esito referendario, prima immaginato invece come una marcia trionfale.
Un “Sì critico”, accolto da opposte ed acide ironie. Per gli uni, un errore nella battaglia campale che traccia il solco al di qua ed al di là del renzismo. Per gli altri, il tentativo di bagnar le polveri delle cannonate contro i conservatori del No. Pazienza.
Nel merito, lo sappiamo tutti, non si tratta d’un capolavoro di costituzionalismo. Se fossimo alla prima prova, un’esemplare bocciatura ci starebbe. Ma si dà il caso che qui, oltre l’ultimo scolaro, son messi sotto torchio una scuola intera e fior di professori degli ultimi trent’anni.


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