La festa del 'Brescia Pride': unire la citta'. Un successo di partecipazione e...oltre

All’indomani del ‘Brescia Pride’ polemiche ed antipolemiche non mancheranno. Uno scorrere di ruscelli fino – forse – ai fiumi in piena. E il Sindaco Del Bono che per Luxuria non rappresenterebbe la città. E un Pd piuttosto scarso in manifestazione. E il mancato patrocinio della Loggia…e così via. Non ritorno sulle mie opinioni, già espresse per l'adesione e confermate. Mi limito invece a brevi considerazioni, ottimistiche sul futuro più che sul recente passato. Dal parto con il travaglio annuale d’una Petizione in Loggia che sulle famiglie anagrafiche poteva risolversi positivamente nel giro di poche settimane, alle titubanze ed incertezze di questi mesi sul ‘Brescia Pride’. Vicenda poi conclusa, col fiatone tirato al 90° minuto, ma in modo positivo e soddisfacente. Come il Vicesindaco Castelletti e l'Assessore Fenaroli hanno poi ben esplicitato. Esiste la storia fattuale e pure quella controfattuale. Ovvero anche la ‘storia dei se’. Che non aggiusta certo il passato, ma che ha molta importanza per poter evitare gli errori del futuro.
Il ‘Brescia Pride’ è stata una gran festa dei diritti civili. Di Brescia e non solo. Festa, insisto, il modo come la gente s'è raccolta in piazza Vittoria all'ombra delle statue di Paladino, come s'è snodata in città tra musei ed antiche vie, come è stata accolta col sorriso partecipe delle persone sulle porte spalancate dei negozi. Intelligente anche nella scelta del percorso, comprese alcune limitazioni accolte con rispetto dei luoghi.





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