Lo sciopero e la manifestazione nazionale indetta dalla Cgil, settore metalmeccanico e dipendenti pubblici, rappresentano un fatto di rilevante importanza per la vita sociale, la difesa del reddito e dell'occupazione e per creare nuove condizioni di ripresa economica, in un momento di grave crisi economica.Al centro dell'iniziativa si pone il problema della struttura contrattuale in quanto l'iniziativa del Governo e la logica stessa degli accordi separati sollevano pesanti problemi che investono anche aspetti di fondo riguardanti i diritti costituzionali dei lavoratori.Anche per questo riteniamo condivisibile l'obbiettivo che la Cgil si pone affinchè siano i lavoratori stessi a pronunciarsi con un referendum. In questi mesi la Cgil bresciana, con le iniziative assunte a vari livelli, compreso lo sciopero generale provinciale, ha sollecitato le istituzioni locali e le forze politiche ed imprenditoriali a misurarsi con la necessità di fronteggiare la crisi che investe diversi comparti produttivi.Ma finora il Centro Destra, in particolare a livello della Provincia e del Comune di Brescia, non ha assunto alcuna concreta e significativa iniziativa, e non ha avanzato alcuna valida proposta.
La scelta stessa del Bonus Bebè, per il suo carattere odiosamente discriminatorio verso i bambini nati a Brescia, ma di famiglie non bresciane, ha rappresentato un segnale di carattere più generale che investe anche il mondo del lavoro, in quanto tende a legittimare istituzionalmente pratiche discriminatorie, peraltro già presenti, verso i lavoratori migranti.