Per uscire dall’emergenza del Paese salvare questo PD e il Centro Sinistra

Leggo un’intervista di Walter Veltroni: “da Biden, un modello per la sinistra, il riformismo coraggioso”. Bella, direi, come bella ha da esser per lui la politica, evocando il titolo – La bella politica – d’un suo libro. Parla di molte cose del tutto condivisibili e pure d’una politica “radicale”. Ma ormai è un vezzo che ha preso pure recentemente Massimo D’Alema. Infatti pure lui parla di politica radicale, senza che per me (lo confesso) abbia un significato definibile in contenuti o schieramenti. Biden avrebbe vinto con una politica radicale? M’è toccato di discutere con un caro amico - sostenendo con voluta provocazione (in versione italiana e bresciana) - che la sua vittoria era quella della migliore storia…democristiana! Mediazione sociale più politica. E’ quanto, infatti sostiene (mi pare) il grande politologo Michael Walzer quando parla d’un “Presidente del Compromesso”. Altro che… radicalizzazione! Anzi proprio tale “radicalizzazione” va contrastata, frutto della estremizzazione politica e della crisi sociale dei ceti medi. Senza potercela cavare con la semantica che allude sì ad un “ritorno alle radici”, ma con la pretesa di voler dir tutto, in politica si dice poi un bel niente. Veltroni e D’Alema, entrambe nostre antiche conoscenze, nelle vesti di…neo-radicali? Mah!
Nell’intervista poi si pone un tema, su cui Veltroni rileva il metodo, senza pronunciarsi sul merito. L’esemplificazione dell’Intervistatore evidenzia le tesi contrapposte di Bonaccini e Bettini, ma lasciando sullo sfondo i due diversi (e ben noti) loro referenti politici. L’uno, Bonaccini, con le diaspore (da Renzi a D’Alema) che dovrebbero rientrare nel PD. L’altro, Bettini, invece con le diverse forze, rappresentative di varie aree che si ritrovino, seppur distinte, in una coalizione. A partire dal leale sostegno di un Governo in piena emergenza per il Covid.

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