Bragaglio: “Fassina…chi? Dimissioni opportune” Necessaria una svolta con un Letta bis

Quando Stefano Fassina ha dato le dimissioni, mi son detto: finalmente un atto politico di chiarimento. Al netto delle varie opinioni su un’infelice battuta di Renzi e su una risposta del Viceministro, data a fior di pelle. 

Da tempo ormai ci si ritrova malamente avvitati in un tal girone dove ci si inietta in vena pure la dose quotidiana d’antipolitica e di demagogia. Ma non al punto da renderci tutti rassegnati al peggio. Eppure non s’era ancora spenta l’eco, ben più sferzante, della battuta fatta da Renzi alcuni giorni prima su “La Stampa”.   “Con Letta ed Alfano non ho niente in comune”, disse. Che, per esser stata detta dal Segretario del partito “maggior azionista” d’un governo, in tempi in cui avevan peso le parole,  si sarebbe immediatamente registrata l’apertura d’una crisi.

Letta ha fatto orecchie da mercante, mentre Fassina no! Ma – per diversità di ruolo - bene han fatto sia l’uno che l’altro. Peraltro conoscendo entrambi il grave pericolo, sempre in agguato contro chi non sopporta l’accumulo ormai piramidale di  furbastrerie e di populismi, che rischia ormai di travolgere il governo Letta ed il difficile cammino delle riforme e della fuoriuscita dalla crisi economica.

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