Bragaglio a Rossini: sui cattolici in politica, bene lo studio, ma per quale progetto e con chi?

L’amico Roberto Rossini, presidente provinciale delle Acli, interviene con una lettera al Giornale di Brescia del 10 dicembre, in merito alle questioni  sollevate dall’on. Bazoli sulla “solitudine dei cattolici” .  Anche in questo caso  mi ritrovo a constatare su molte delle cose dette (come precedentemente  in un mio intervento sulle tesi di  Bazoli, in GdiBS del  7.12.14)  una sostanziale condivisione. Rossini richiama il codice di Camaldoli e quello precedente di Malines. Sottolinea come oggi la sfida sia su un piano diverso, quello dell’economia e del modello sociale e valoriale ch’essa ha implementato negativamente a tutti i livelli.  E riporta a conferma anche il giudizio particolarmente critico di papa Francesco.  A questo punto ci si aspetterebbe un tentativo di risposta, un’indicazione,  un abbozzo di  proposta che in Rossini, come in Bazoli, non so ritrovare. Si propongono centri studi, nuove analisi, la formazione....”poi arriverà anche la rappresentanza politica”, dice Rossini.

Poi? Quando? Come? Con chi? Per cosa? Più che altro intravvedo tentazioni per  linee di fuga.

A fronte dell’urgenza della crisi, non solo economica, ma anche politica e morale che sta devastando l’Italia, e non solo Roma Capitale, ritengo che a nessuna realtà politica sia dato di poter temporeggiare e rinviare.

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