Da alcuni giorni viene sottoscritta una petizione a favore della bancarella del libro, gestita dal libraio Pierluigi Perini, situata sotto i portici di piazza Vittoria. In discussione il mancato rinnovo della Concessione, da parte del Comune di Brescia, nonché una controversia sull’area occupata con servitù di pubblico transito. Quindi con rischio di chiusura. Si tratta d’una singolare libreria dell’usato, in cui si possono trovare libri a buon mercato, come rarità ed antiche edizioni di pregio.
Seguo, come molte persone interessate ai libri, la polemica in corso sulla bancarella dell’amico Gigi. La sua è una bancarella un po’ nascosta e rintanata, con quei suoi vecchi libri. Che non dà alcun fastidio. Ordinata e discreta. Un simpatico ritrovo per uno scambio di idee tra lettori, anche un po’ ‘vintage’, o per un perditempo tra bibliomani e bibliofili. Un bell’angolo di cultura e d’amicizia, nulla più. Piccolo, ma tanto piccolo, della nostra Brescia. Senza i riflettori pubblici per voti da contendersi. Senza associazioni commerciali che poi ti farebbero la guerra in Loggia. Senza il lustro della notorietà. Senza santi protettori in Paradiso. Tutti infilati, quindi, i migliori motivi per un distratto scrollar di spalle e per… lasciar perdere. O forse, proprio per questo, no. Con le prime 500 firme che tra poco raddoppieranno, e più. Virali, come in una rete, ma di passaparola.
Leggo di motivazioni amministrative, nonché di contromosse sgarbiane , con minacce di carte bollate e d’avvocati. Rispetto la correttezza delle prime e m’interrogo perplesso sulle seconde. Non tutto m’è chiarissimo. Confesso. Ma non m’importa. So solo che brandendo sacri e formali principi e scomodando, sul versante opposto, parrucche e toghe nere di tribunale, in casi come questi, anche quando ti va bene, tutti finiscon un gran male.
Il libraio di piazza Vittoria e il mugnaio di Potsdam
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