A fronte di numerose brutte notizie in politica, è possibile richiamare l'attenzione – finalmente - su una buona. Con possibili ed auspicabili riflessi anche su scala bresciana.
Alcune settimane fa Galli Della Loggia fotografava l'Italia come “un Paese senza politica” ed evidenziava, oltre alle pesanti responsabilità del Governo Berlusconi, anche l'afasia dell'opposizione, concludendo che: “ormai il Paese ascolta anche l'opposizione nella più totale indifferenza”.
Devo dire che da settimane non riuscivo a nascondere l'amarezza per la paralisi del PD, spettatore immobile di fronte ai protagonisti – Berlusconi, Bossi e Fini - che occupavano la scena politica con le loro contrapposte anime del centro destra. Ed il PD immobile, anche di fronte all'iniziativa di Casini che non trovava nell'opposizione alcuna significativa sponda politica. Quasi che il PD, in attesa d'una futuribile alternativa, non fosse interessato agli eventi.
Poi, finalmente, un primo passo di D'Alema per un PD che si mette in gioco per un “governo tecnico”, contro l'avventurismo d'una crisi al buio e le elezioni anticipate. Subito lo sbarramento nel PD di chi è fermo ancora all'assemblea del Lingotto, del 2007, ed al convegno di Orvieto, “per un PD solo e libero”. E che, nonostante il disastro d'un referendum, sogna il bipartitismo, che è il più gran regalo per un Berlusconi in difficoltà.