PD: un Buon Natale, con un qualche ritorno a...Canossa!
- Dettagli
-
Categoria: Partito
-
Pubblicato: Martedì, 25 Dicembre 2018 00:00
A Natale, in giornate d’infinita bontà, non si dovrebbe mai dire che per taluni è anche un salutare …ritorno a Canossa. Ma pensarlo - anche solo pensarlo, perché ci si è quasi costretti - di sicuro non è un peccato.
La fila di correzioni e di correttori del PD originario del 2005-7 ormai è fin troppo lunga. Quasi imbarazzante. Taluni correttori, usciti dalle porte, ti entran ora persino dalle finestre. Quindi adesso mi verrebbe da dire...non esageriamo. Senza PD crolla tutto, quindi: salvare a tutti costi il PD. Ma per un nuovo PD, questo è l'obbiettivo.
Finora il punto in cui siamo arrivati con correzioni e correttori nel PD, più o meno, è questo.
Basta PD solitario, a vocazione maggioritaria e senza alleanze.
Basta definire le coalizioni simil-uliviste il male del PD e della sinistra (copyright Orfini).
Basta Statuti che stabiliscano che un Segretario del PD è per forza pure il Capo di Governo.
Basta esagerare con Primarie, se intese addirittura come il "mito fondativo" del PD.
Basta sistemi elettorali, ipermaggioritari e Parlamentari nominati in Parlamento, per poter confezionare un forzato bipartitismo e con Parlamentari come “pretoriani”.
Basta bandiere del liberismo in prima fila.
Basta disintermediazioni sociali, pensando di poter far a meno delle rappresentanze del lavoro e dell'impresa.
Basta PD iper-leaderista e personalista, opposto ad un PD plurale e federativo.
Basta frullati indigesti nel PD, ancorché nuovisti, pur di far sparire nel partito Sinistra riformista, Cattolicesimo democratico, Civismo ed Ambientalismo
Basta rottamazioni, confidando anche sulla ragionevole "conversione" dei rottamatori.…e via via elencando in lungo ed in largo.
Bragaglio: in gioco non solo un congresso, ma la vita stessa del Partito Democratico
- Dettagli
-
Categoria: Partito
-
Pubblicato: Venerdì, 07 Dicembre 2018 00:00
La situazione che si è creata con il ritiro della candidatura di Marco Minniti è particolarmente critica per il PD. Soprattutto per le motivazioni allarmanti che l’hanno motivata e riguardanti il rischio concreto di nuove scissioni e lacerazioni. Comunque la si pensi va reso un sincero omaggio alla serietà, alla affidabilità ed all’impegno di Minniti.
Le notizie contraddittorie che si erano accavallate da giorni ci sembrava fossero positivamente rientrate con la rinnovata disponibilità che Minniti aveva peraltro confermato proprio martedì, qui a Brescia. Accolta da parte mia, come immagino da parte di molti, come una buona notizia per l’insieme del PD.
Per quanto mi riguarda, nel sostenere ormai da mesi la candidatura di Nicola Zingaretti, ho sempre nel contempo ritenuto che fosse altresì indispensabile andare oltre la contrapposizione tra renziani ed antirenziani attraverso una reciproca legittimazione dei tre più significativi candidati: Zingaretti, Minniti e Martina. Con una legittimazione sostanziale e non di quelle ipocrite e formali. Al punto da ritenere prioritario questo loro comune impegno per il futuro del PD anche rispetto alla vittoria di ciascuno dei tre diversi candidati.
Sono infatti momenti drammatici in cui è il tutto d'un partito che deve prevalere sulle singole pur legittime parti. E questo per una sola e precisa ragione: l’oggetto vero di questo Congresso non è la vittoria di uno o dell’altro di questi tre candidati, ma è la salvezza del PD e d’un progetto di alternativa basato sul centro sinistra. D'una possibile alternativa per il Paese davanti al baratro nazionalpopulista.