Difficile sottrarsi alle suggestioni dell’on. Alfredo Bazoli esposte in: “La solitudine dei cattolici in politica”, sul Giornale di Brescia del 2 dicembre. Anche per chi, come me, esprime un diverso punto di vista. Bazoli si interroga sui silenzi che hanno accompagnato varie scelte su temi sociali, economici ed istituzionali, evidenziando come l’area cattolica possa rimanere “confinata” solo ai temi eticamente sensibili. Ma con il rischio d’essere percepita come una “lobby”. Il problema posto da Bazoli è di tutta importanza e mi permetterei di coglierlo nello specifico sul ruolo dei cattolici nel PD. Così posto il problema, non mi risulta però evidente il percorso da lui proposto. A mio parere la riflessione meriterebbe di spingersi oltre un confine culturale, per guadagnare in concretezza politica. Affrontando di petto anche il “perché” d’una tale situazione nel PD.
Singolare, per esempio, è rilevare uno scarso ruolo dei cattolici, quando il vertice “reale” del PD è oggi per lo più di ascendenza cattolica. A partire dal segretario-presidente Renzi. Singolare, ma in apparenza, in quanto la riflessione dell’on. Bazoli mi pare alluda a questioni più di fondo che riguardano la natura politica ancora irrisolta del PD.
Ruolo dei cattolici e identità politica del PD
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