La vicenda che ha dato vita al governo Monti inciderà sulla ricostruzione economica, ma non meno sull'assetto dei partiti. Con il venir meno del “fattore Berlusconi”, siamo in presenza d'un grande movimento impresso all'intero sistema. Una “Terza Repubblica”? Si vedrà. Per ora ha ragione l'on. Fioroni: “nessun partito uscirà dall'esperienza governativa così com'era entrato”. Compreso il PD, costretto a ripensare alcuni suoi “miti fondativi” e a correggerne gli errori. Duole dirlo, ma la “prova del nove” di questa valutazione sta nel fatto che, a fronte del tracollo berlusconiano, il PD non abbia potuto porsi come perno d'una alternativa convincente. Da qui la scelta d'un “governo tecnico”, e non già delle “elezioni subito”. Data la drammaticità della crisi, per fortuna c'è Monti e c'è Napolitano. Ma gli interrogativi aperti riguardano non già la condivisibile scelta assunta da Bersani, bensì la prospettiva.