Partito

Alleanza Democratica contro Berlusconi. Un nuovo Ulivo, anche a Brescia

A fronte di numerose brutte notizie in politica, è possibile richiamare l'attenzione – finalmente -  su una buona. Con possibili ed auspicabili riflessi anche su scala bresciana.

Alcune settimane fa Galli Della Loggia fotografava l'Italia come “un Paese senza politica” ed evidenziava, oltre alle pesanti responsabilità del Governo Berlusconi, anche l'afasia dell'opposizione, concludendo che: “ormai il Paese ascolta anche l'opposizione nella più totale indifferenza”.

Devo dire che da settimane non riuscivo a nascondere l'amarezza per la paralisi del PD,  spettatore immobile di fronte ai protagonisti – Berlusconi, Bossi e Fini - che occupavano la scena politica con le loro contrapposte anime del centro destra. Ed il PD immobile, anche di fronte all'iniziativa di Casini che non trovava nell'opposizione alcuna significativa sponda politica. Quasi che il PD, in attesa d'una futuribile alternativa, non fosse interessato agli eventi.

Poi, finalmente, un primo passo di D'Alema per un PD che si mette in gioco per un “governo tecnico”, contro l'avventurismo d'una crisi al buio e le elezioni anticipate. Subito lo sbarramento nel PD di chi è fermo ancora all'assemblea del Lingotto, del 2007, ed al convegno di Orvieto, “per un PD solo e libero”. E che, nonostante il disastro d'un referendum, sogna il bipartitismo, che è il più gran regalo per un Berlusconi in difficoltà.

Bragaglio: Il problema nostro non è Vendola, ma l’impasse del PD

Che la candidatura di Vendola per le primarie del centro sinistra, possa effettivamente far nascere un problema  politico, ciò è dovuto non alla forza della proposta, ma  all’impasse in cui di trova il PD. L’esibizione d’un corredo immaginifico, persino demagogico, di Vendola, dovrebbe far trovare la sinistra già vaccinata da tante sconfitte. Dovrebbe…

Le narrazioni vendoliane si spingono – sfidando il ridicolo - fino ad immaginarsi nel ruolo dell’Obama bianco in Italia. Un “Obama” appena eletto presidente della Puglia. Una regione carica di drammatici problemi, che meriterebbe tutto il suo impegno, oltre che – va pur detto - un ringraziamento per una vittoria, assicurata in modo decisivo dalla divisione del centro destra, con la lista “Poli Bortone-UDC”.

Sono stato tra quelli che hanno ritenuto un grave errore l’aver messo in discussione la candidatura di Vendola in Puglia. E sono altresì convinto che sia indispensabile, dopo il fallimento di Bertinotti, restituire rappresentatività politica ad un’area di circa il 10%, esclusa oggi dalle istituzioni e da un auspicabile ruolo nel centro sinistra. In questo contesto il riferimento a Vendola può rivelarsi fondamentale.

Bragaglio: un PD di movimento per il post-berlusconismo. Un governo istituzionale di transizione.


Il Pd è di fronte ad un passaggio decisivo per il proprio futuro. E per il bene del Paese. Il mutamento di fase è netto: dall'anti-berlusconismo si passa al post-berlusconismo. E tale cambiamento comporta il coraggio d'una nuova iniziativa del PD. Come Bersani ha giustamente sostenuto giorni fa all’assemblea regionale del PD.

D'altronde un partito senza tattica, ma solo con strategie di lungo periodo, è più che altro  consegnato alla paralisi. Se poi le strategie sono due, l'una ancora in stato di vedovanza del veltronismo del Lingotto, l'altra bersaniana, e per me convincente, dell'ultimo congresso, anche sul lungo periodo le cose non son destinate al meglio.

Se il PD intende proporsi come un perno dell'alternativa deve prendere atto che lo schieramento  antiberlusconiano oggi è ancora minoritario. Non solo, ma che lo spostamento elettorale in atto, pur in presenza d’una rilevante flessione del PDL, non incrementa il PD. Rimanere fermi, nell'attesa di migliori condizioni, o rotolare verso le elezioni anticipate, significa che il post-Berlusconi nascerà, ma dall'interno del centro destra.

16 07 10

Bragaglio: le sfide del PD dopo la sconfitta

All'indomani della batosta elettorale del Pd si registra un profondo scoramento. Qualunque sia stata la linea adottata dai vari segretari (Veltroni, Franceschini, Bersani) il risultato non è cambiato. L'amarezza è ancor più profonda, se fondata è la considerazione fatta da Prodi che, con la nascita del PD veltroniano, è stato inferto il colpo di grazia al suo governo.

Al recente incontro di Castenedolo ci si aspettava una qualche novità. Ma la brillante Lectio Magistralis di D'Alema non si è spinta oltre la politologia che riflette sul “che dire?”, ma che elude l'imperativo del “che fare?”. Peccato, vista l'autorevolezza di interlocutori come Martinazzoli e Tabacci ed il pubblico politicizzato nella sala civica dei Disciplini.

19 04 10

On. Corsini: un voto per PD e Squassina

"Per quanto mi riguarda non ho dubbi a sostenere personalmente la candidatura del Consigliere regionale uscente Arturo Squassina, non solo in ragione di un'amicizia personale consolidata da anni di frequentazione e dal contributo offerto nel corso dell'esperienza in Loggia, ma pure a motivo di un'esperienza che ha visto Arturo impegnato e protagonista di molteplici, rilevanti battaglie di opposizione. Soprattutto sui temi sociali, del lavoro, dell'occupazione, della sanità, della scuola, dell'immigrazione, contro le logiche dell'esclusione, della precarietà, della paura, della clientela, in nome dei diritti, dell'inclusione, della giustizia e dell'uguaglianza fraterna e solidale".

12 03 10 

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