Partito

Per la Loggia una risposta a Pasotti

Ascolto e mi confronto con Flavio Pasotti, sempre con grande interesse. Sempre con idee, provocazioni e giudizi di valore. Come nell'ultima intervista a Bsnews. Molte le cose da me condivise. I suoi giudizi su Brescia, le iniziative da assumere, avendo in testa le sfide della città del futuro, non la sopravvivenza del passato. Invece altri giudizi, più problematici, su cui soffermarsi. Il suo “appello alla borghesia”. Da uomo di sinistra lo ritengo da parte mia pienamente condivisibile. Dirò di più. Dopo la stagione della mediazione “operai e capitale” della DC e di Boni, e la contrastata vicenda Lucchini, i tentativi in Loggia di giocare in proprio da parte di Gnutti nel '94 o di Della Bona, non sono stati sostenuti neppure dalle loro categorie di provenienza (AIB). Anche perché la Loggia è stata considerata un riferimento di autorevolezza ed affidabilità, anche senza avere un “industriale” - modello berlusconiano -  al comando. Senza poi tralasciare il piccolo “dettaglio” che per certi posti in democrazia si contano i voti popolari e non le azioni di una spa.  Pasotti è critico verso i sindaci “selezionati dalla politica, in questi anni”. Se si riferisce al solo Paroli, non c'è alcun dubbio. Se si allarga “ai sindaci”, allora gioca sull'ambiguità e non son proprio d'accordo. Perché sindaci come Martinazzoli e Corsini, o prima, come Panella, Padula o lo stesso Trebeschi,  “selezionati dalla politica”, hanno reso grandi meriti e onore alla nostra città.

Bragaglio: un sostegno al nuovo Ulivo di Bersani

La proposta di Bersani per un “nuovo Ulivo” merita d’essere sostenuta con convinzione. Dice d’una vicenda nazionale, ma anche di quella locale, considerato che in Loggia si voterà insieme alle  politiche del 2013 o all’indomani di alleanze e risultati espressi dalle elezioni anticipate del 2012. La proposta di Bersani per un nuovo Ulivo è stata formulata un anno fa. Ma da allora poco  è stato fatto e ciò ha rappresentato una debolezza nella costruzione dell’alternativa di governo.

Perché SI al Referendum contro il Porcellum

Per quanto mi riguarda firmo il referendum per la riforma elettorale.

Venuta meno la proposta Passigli-Sartori che - con il correttivo della soglia del 4% ed un limitato premio di maggioranza - più si avvicinava al modello tedesco (o a quello dei Comuni) da me auspicato, assolutamente prioritario, oggi, è l'affossamento politico del Porcellum. Per questo anche la mia firma ed il mio impegno.

 

Appello di 70 dirigenti PD bresciano per lo sciopero Cgil del 6 settembre

Noi, esponenti a vario titolo del Partito Democratico, il 6 settembre parteciperemo allo sciopero e alla manifestazione indetti dalla Cgil contro la nuova manovra del governo. E’ una manovra sbagliata, iniqua e depressiva (anche nella seconda versione), che fa pagare i costi della crisi alle categorie più deboli e agli enti locali, con conseguenze gravissime sui servizi sociali e territoriali (il taglio confermato è, comunque, enorme).

Referendum elettorali: tra Passigli e Parisi? Dovendo scegliere, meglio Passigli

Sono in campo due diversi quesiti referendari sulla legge elettorale. L'uno di Passigli-Sartori, l'altro di Parisi-Castagnetti. Ed il PD finora non s'è pronunciato. Considerata la natura abrogativa del referendum, non è agevole intervenire sul testo legislativo del Porcellum. Ma, dovendolo fare, ci si espone a obiezioni su cui stanno scontrandosi agguerriti legulei dei fronti opposti. Ma è alla sostanza che è necessario mirare. Intanto agli scettici  va ricordata un’elementare verità. La legge elettorale non è una tecnicalità neutra, ma riguarda il funzionamento del cuore stesso della politica. Ed in Italia è diventata la Bastiglia nella contesa politica.

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