Partito

PD e la sfida del cambiamento - Proposte per una nuova sinistra riformista

Un gruppo di amiche ed amici, molti dei quali hanno aderito nel recente Congresso alla mozione Cuperlo, promuove un incontro, aperto anche a contributi di esponenti di altre mozioni, sul futuro del PD, sul progetto di riforme proposto dal segretario Renzi, sulla natura e direzione del cambiamento in atto. Nonché sulla forma partito del PD, sul ruolo e la rappresentanza delle varie aree politico- culturali. E, tra queste, l’area della sinistra riformista, oggi impegnata a ridefinire, all’indomani del Congresso e di fronte alla sfida del cambiamento, un nuovo profilo politico, culturale ed organizzativo, anche a seguito dell’adesione del PD al PSE e come parte costitutiva dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici in Europa.

Incontro pubblico

presso la sede provinciale del PD, via Risorgimento 18, BS

sabato 5 aprile,  dalle ore 9 alle 13

sul tema:

PD e  la  sfida  del cambiamento - Proposte per una nuova sinistra riformista

Cuperlo: la formazione di un’area politico culturale 03 02 14

On. Gianni Cuperlo

Relazione introduttiva. Incontro con i territori.  Roma 3.2.2014

“La formazione di un’Area politico culturale per restituire a una sinistra rinnovata forza e attualità nel pensiero”

Grazie di essere venuti.

La giornata non è la più felice, ma da tempo era necessario vedersi, parlarci e decidere assieme come riannodare quel filo di idee e passioni che nonostante tutto nei mesi passati abbiamo mobilitato.

E’ un lunedì, molti lavorano e il prefetto di Roma ha sconsigliato di raggiungere la capitale se non per gravi necessità.

Come si vede, quanto a scegliere il momento adatto a noi non ci batte nessuno.

Devo dire, però, che anche chi non è potuto venire ha detto, “partiamo, cerchiamo di capire assieme come si procede, perché soprattutto dalle diverse regioni la domanda è quella: adesso come si va avanti?”.

In queste settimane ci siamo visti spesso con i parlamentari – non per un privilegio – ma per un’agenda dei lavori che imponeva un coordinamento tra di noi. Ma per me è del tutto evidente che solo dai territori può ripartire il progetto di una “buona sinistra”.

Come è del tutto evidente che questo rilancio deve poggiare su basi politiche e culturali solide, ma questa volta anche su solide radici organizzative. Penso che oggi sia un’occasione utile per ragionare su entrambe e fissare i passaggi dei prossimi mesi.

Oltre il soldato Ryan, pure il generale D’Alema

Un amico mi faceva osservare l’imbarazzante figura fatta da D’Alema nell’intervista sua con Alan Friedman e riportata da Dagospia, dal Fatto quotidiano…Lo ha fatto  “perfidamente” – l’amico! - dopo la mia lettera aperta a D’Alema, ma ahimè pure “giustamente”. Touché!

Già, D’Alema. Con quel suo spropositato omaggio a se stesso, alla sua tenuta campagnola, a quel suo vino senza solfiti, al costo non proprio proletario d’un  vecchio ulivo, ai denti aguzzi del suo cane…

A parte quel suo vino, che per principio berrei  neppure sotto tortura, all’amico ho risposto che un esercito che si rispetti ha da salvare non solo i propri soldati, a partire dal soldato Ryan (che nella realtà era poi un burocrate di sergente), ma pure i propri generali. Sì, a partire proprio dal generale…D’Alema.

Polemiche bresciane sul PD nel PSE

A volte stento a credere a quel che leggo. Sulla vicenda Letta e l’adesione del PD al PSE, per esempio.

Si fa un congresso ed i “lettiani per Renzi” si schierano come si son schierati. Anche a Brescia. Non per polemica, ma era così difficile capire il vero obiettivo di Renzi? Forse quello di sacrificarsi per fare quel che non voleva fare, ovvero il segretario del PD?  Ha bloccato Letta, ancor più di quanto Letta stesso si fosse già bloccato, e l’ha poi saltato. Come tra bimbi, diciamo amici, il salto della cavallina.

A cose fatte ed ormai sfinite un bel documento bresciano, primo firmatario Nicola Del Bono con tante altre firme, a sostegno di Letta che stava già per andarsene. Renzi si poteva sostenere o contrastare (da parte mia ero tra i secondi) ma non si poteva, come non si può, equivocare. Va preso sul serio in tutti i suoi aspetti, quelli positivi e soprattutto quelli meno. Stessa cosa sul PD nel PSE.

Leggo le obiezioni di alcuni amici: Bazoli, Girelli, Manzoni…Si doveva approfondire, verificare, discutere. Tutto vero, ma si dà il caso che – e qui ha ragione De Martin – l’adesione del PD era esattamente una parte importante ed integrante della piattaforma di Renzi alle primarie. Ma su quel punto critico allora non una piega.

Lettera aperta a D'Alema

CONTRO LA RESA DELLA SINISTRA

D’Alema, non t’ho mai scritto una sola riga, pur avendo sempre sostenuto a Brescia le tue battaglie più importanti, quand’anche alcune neppure condivise. Ma al punto in cui siamo lo faccio, senza attendermi neppure una tua risposta. Quattro pensieri - tanto sgradevoli e di getto, quanto sinceri - affidati a questa mia bottiglia, semplicemente gettata in mare. Le vicende drammatiche, di questi giorni e di questi mesi, ci dicono d’un pericolo mortale per il futuro della sinistra riformista in Italia. D’una fine miserevole, per consunzione, scissione silenziosa e dispersione della nostra storia migliore. Una disfatta, una resa incondizionata, senza neppure un vera battaglia, del tutto priva di speranza per il futuro. E ben più di quanto ancora non appaia a livello nazionale nello sfarinamento complessivo e con alcuni dei nostri che - da arresi, ingaggiati o vinti - s’atteggiano pure a vincitori. Tu sei l’unico - l’unico - che può dare un contributo decisivo per tentare d’invertire l’inesorabilità di questo declino. Tentando di mettere in campo un nuovo progetto politico che parli - prima ancora che all’opinione pubblica ed al nostro elettorato, così come son conciati oggi, con una sinistra sociale e politica plagiata persino dal grillismo - ai quadri dirigenti intermedi, sia di antica che di nuova formazione. A quelli che finora hanno saputo resistere e che hanno voglia di ricominciare, anche assumendosi il rischio d’una nuova avventura politica ed organizzativa. D’altronde ci è ben noto che l’esercito si forma a partire dai capitani, e pure da noi sergenti di trincea, oggi letteralmente allo sbando, proprio in quanto privi d’una guida.

 

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