Interventi

UBI E A2A...STORIE PARALLELE? Dal municipalismo, oltre il municipalismo

Ho letto con molto interesse l’articolo del Direttore, dott.ssa Nunzia Vallini (Giornale di Brescia 29.07.20), riguardante la vicenda delle banche UBI ed Intesa. In particolare, la riflessione che dalla storia bresciana approda alla formazione d’un grande gruppo bancario che ha raccolto in questi giorni un così ampio consenso. Storia non solo di banche - sostiene Vallini - ma pure di attività economiche, di società civile, di mecenatismo e di welfare. Vallini tratteggia alcuni passaggi recenti che hanno coinvolto il sistema bancario locale con la formazione prima di Banca Lombarda e poi di UBI. Una storia plurale e secolare, specchio di antiche e di nuove rivalità dettate dai vari interessi in gioco. Ricordo anche le polemiche di tempo fa sulla perdita di ruolo della “brescianità” per banche ritenute perse per il territorio, accompagnate dal mesto rimpianto del passato, all’insegna d’un malinteso orgoglio locale. Con sentimenti municipali a far da scudo contro logiche d’una realtà sempre più “glocale”. Spesso con la miopia d’un rimpianto nostalgico, mentre Brescia scalava le vette – ormai da anni al 4° posto - delle Province con il maggiore PIL da esportazione in Europa e nel mondo.
Un tale cambiamento s’è imposto su tutti i piani, a partire da quello industriale. Con i successi realizzati, ma anche con i fallimenti che hanno reso l’Italia terra di conquista in settori strategici. Non si tratta di rovesciare a testa in giù la mitica tesi del “piccolo è bello”, ma di essere consapevoli che in assenza di grandi gruppi economici, capaci di competere sul piano nazionale ed europeo, il primo sottobosco a morire è proprio quello vitale delle piccole e medie imprese.



Ricordo di Cesare Trebeschi

Al dolore per la scomparsa dell’avv. Cesare Trebeschi, sindaco di Brescia dal 1975 al 1985, si associano i ricordi di vicende civiche, amministrative e politiche tra le più importanti per Brescia. Scelte tra le più rilevanti anche di ASM – come il teleriscaldamento - quando era Presidente della società municipale.
All’indomani della strage di Piazza Loggia del 28 maggio del ‘74, con quei fischi in piazza e la fine della stagione di Bruno Boni, la scelta di un nome, di una esperienza e d’un simbolo che favorisse la ricomposizione di una città profondamente lacerata. All’insegna di una cultura democratica che inverasse coerentemente l’antifascismo cattolico. Con Cesare figlio di Andrea Trebeschi, d’un padre deportato prima a Dachau, a Mauthausen e martire a Gusen, nel 1945. E che ogni anno - come ancora quest’anno, il 24 gennaio - un padre ricordato da Cesare e da tutti i suoi familiari, insieme a tutti gli altri martiri antifascisti e della Shoah, nella Chiesa di S.Faustino.
Una rilevante figura di sindaco, con le sue caratteristiche di amministratore, indipendente, cattolico e civico.
L’avvio nel 1975 della esperienza in Loggia delle “Giunte aperte”, con il PCI di Piero Borghini segretario provinciale, di Francesco Loda capogruppo e di Giuseppe Berruti vicepresidente di ASM. Lo straordinario intervento di Trebeschi preparato per la visita a Brescia di Enrico Berlinguer, nel giugno del 1977, in Piazza Loggia. L’indimenticabile incontro del Consiglio Comunale di Brescia – all’insegna della "operosa concordia" - con il papa Paolo VI, in udienza in Vaticano  nel 1997, voluto da Cesare Trebeschi, aperto anche ai rappresentanti del PCI, forzando resistenze della Curia romana. Riportato poi con grande evidenza in prima pagina dall'Osservatore Romano.

A2A, SCELTE LUNGIMIRANTI. POLEMICA DI BELPIETRO SU MAZZONCINI

Sulla stampa le nomine di A2A, con varie valutazioni ed azzardati teoremi. Sono note le scelte dei Sindaci di Milano e di Brescia, Giuseppe Sala e Emilio Del Bono, in favore di Marco Patuano e del bresciano Renato Mazzoncini. Proposte ampiamente condivise. Certo, con osservazioni. Il primo rilievo critico riguarda l’avvicendamento degli attuali protagonisti: Giovanni Valotti e Valerio Camerano, sui quali si registra un giudizio positivo, con solidi riscontri economici e gestionali.
Nel prendere atto delle proposte dei due Sindaci, penso si possano esprimere anche opinioni personali. Fondate o meno, che siano. A mio parere, il primo punto riguarda il fatto che tale novità nasca non da un giudizio critico sulla precedente esperienza, bensì dalla necessità di costruire una nuova fase di ampio respiro, anche temporale, che prefiguri la futura A2A.


Brescia dall’alto: le piazze delle libertà

Il tutto, o quasi, dipende dalla prospettiva.
Che sia per una fotografia o, ancor più, per la vita stessa. Dall’alto poi, l’attrazione d’una città è irresistibile. Quindi su per scalinate di campanili e torri conquistati con l’affanno d’un esploratore di nuvole e di cieli, pur di vedere dall’alto una città, con piazze ed antiche mura, guglie ed archi rampanti di cattedrali gotiche. O distese antiche di tetti rosso cupo e muschio, a far da segreto scrigno per vicende e tempi misteriosi.
Meraviglie d’una città, la cui storia convive o spesso pure si scontra con le architetture del suo futuro. D’una città come Brixia, certo fidelis ma in primo luogo a se stessa, pur nel tempo contesa dalla prepotenza d’una Milano viscontea o dal fascino d’una Venezia repubblicana. D’una città che solo in età matura scopre d’esser bella e desiderata dallo sguardo quotidiano dei suoi concittadini, dal crescente corteggiamento dei turisti, o dal divagare di flâneur che, come dei moderni Baudelaire scoprono, passeggiando, le emozioni vivide del paesaggio o d’un flessuoso corpo urbano.
Brescia con palazzi e piazze della propria storia - romana e longobarda, comunale e rinascimentale - offre, ancor più desiderata, bellezza e fascino anche a chi vien da lontano, con pelle, idiomi, culture dell’arcobaleno e con speranze loro per una vita nuova.

Residence Prealpino di Brescia: le Istituzioni nella gestione di una emergenza

Brescia nella classifica dei residenti è la 6° Provincia su scala nazionale, con una popolazione di circa 1.265.000 abitanti ed è anche tra le più estese per territorio. Essa rappresenta, per la forte struttura sia industriale che agricola, un polo fortemente attrattivo per l’immigrazione. Risiedono infatti circa 160 mila stranieri, rappresentando dopo Roma, Milano e Torino la 4° Provincia a livello nazionale, con una percentuale del 13% su scala provinciale, mentre nel Comune capoluogo vi sono ben 40 mila stranieri, su 200 mila abitanti .
La potenzialità di sbocchi lavorativi – agricoltura, zootecnia, siderurgia, industria e commercio – ha consentito un percorso di integrazione lavorativa su cui hanno, in generale, operato con impegno Istituzioni, Forze politiche, sindacali e sociali, la stessa Chiesa bresciana. Ma in presenza anche di contraddizioni evidenti soprattutto sul piano politico, riguardanti la “etnicizzazione” di alcuni quartieri, l’accesso alla rete gratuita dei servizi, le graduatorie dell’edilizia residenziale pubblica, la composizione delle classi nelle scuole, il commercio abusivo. Per non dire poi di problematiche riguardanti l’insicurezza ed illegalità di vario tipo.
Contraddizioni, e relative tensioni, che a volte si sono manifestate in modo particolarmente acuto.
Riporto tre esempi – tra loro anche molto diversi – ma che si sono sedimentati nella profondità della memoria della città e che aiutano la comprensione del clima politico e sociale che ha accompagnato vicende come la stessa complessa vicenda del Residence Prealpino. Comprensione anche dei rischi di tensioni ed, in taluni momenti, di “esplosione sociale”.
Il primo. 45 giorni di protesta, maggio-giugno del 2000, con l’occupazione di Piazza Loggia, il centro della città, per la sanatoria di 5 mila immigrati.

Quattro Biografie

Prefazione al libro “Il nostro incrocio con la storia Il racconto di quattro comunisti bresciani: Giuseppe Sartori, Mario Tambalotti, Franco Torri, Giuseppe Paderno”. A cura di Mauro Baioni, Roberto Cucchini, Flavio Piardi, Valerio Verga. Liberedizioni. Fondazione DS. In corso di pubblicazione)
La pubblicazione di queste biografie sollecita una meritevole riflessione sul valore delle esperienze vissute da Pino Sartori, Franco Torri, Mario Tambalotti e Beppe Paderno. Con aspetti umani e lavorativi, politici e familiari che riportano alla nostra attenzione - oggi troppo spesso sfuocata - storie di impegno e di valori morali, di sconfitte e di vittorie lungo un complesso percorso bresciano del PCI, della Cgil e della Sinistra politica e sociale. Ed è proprio una lettura attenta delle biografie dei militanti e delle storie anche locali che ci può per davvero far conoscere la realtà più profonda del PCI. Comprese le sue diversità territoriali, dalle “zone bianche” di Brescia all’Emilia rossa. Il suo articolato radicamento, dal Nord industriale al Sud bracciantile e dell’emigrazione. Il suo insediamento nella classe operaia, ma anche nel ceto medio. Il consenso raccolto nei quartieri poveri e nel contempo tra gli intellettuali, al punto da poter valutare anche i lunghi periodi d’una “egemonia culturale” del PCI.

Trigesimo in ricordo del prof. Emanuele Severino 18 02 20

TRIGESIMO IN RICORDO DEL PROF. EMANUELE SEVERINO
MARTEDÌ 18 FEBBRAIO, ALLE 16:30, IN PALAZZO LOGGIA (BRESCIA)
INCONTRO PUBBLICO IN RICORDO DEL PROF. EMANUELE SEVERINO, SCOMPARSO IL 17 GENNAIO.

ASES (Associazione Emanuele Severino) e COMUNE DI BRESCIA
Martedì 18 febbraio, ore 16.30, presso il Palazzo della Loggia,
piazza Loggia 1, Brescia
TRIGESIMO IN RICORDO DEL PROF. EMANUELE SEVERINO
Partecipano:
EMILIO DEL BONO (Sindaco di Brescia),
INES TESTONI (Presidente di ASES),
ANNA SEVERINO (Vicepresidente di ASES),
Con le testimonianze di:
FRANCO ANELLI (Rettore dell’Università Cattolica di Milano),
GIAN MARIO BANDERA (Direttore del Centro Teatrale Bresciano),
ILARIO BERTOLETTI (Direttore di Editrice Morcelliana),
ROBERTO CALASSO (Direttore della Casa Editrice Adelphi),
PAOLO CORSINI (Senatore, storico),
GIULIO GOGGI (Vicepresidente ASES),
MICHELE LENOCI (Professore dell’Università Cattolica),
MAURIZIO TIRA (Rettore dell’Università Statale di Brescia).
------
Incontro pubblico

Martedì 18 febbraio, alle 16:30, in palazzo Loggia (Brescia), si tiene un incontro in ricordo prof. Emanuele Severino, scomparso il 17 gennaio.
L’evento è stato voluto e organizzato dall’Associazione di Studi Emanuele Severino (ASES) e dal Comune di Brescia con il sindaco Emilio del Bono che ha aderito per testimoniare la vicinanza della Città alla famiglia del filosofo.
Il legame tra Emanuele Severino e Brescia – città dove è nato e ha vissuto – è sempre stato molto intenso tant’è che anche quando alla fine degli anni ‘60 lasciò l’Università Cattolica – dopo la celebre polemica con il mondo cattolico in seguito alla pubblicazione di “Ritornare a Parmenide”, e la conseguente sentenza dell’ex Sant’Uffizio che dichiarò il suo pensiero incompatibile con il cristianesimo – rifiutò di trasferirsi all’Università di Roma per non allontanarsi dalla sua città. «Mi ci trovo come nelle mie pantofole» aveva dichiarato in un’intervista per poi aggiungere che a Brescia si sentiva a suo agio «Come il beduino si trova a suo agio sul suo cammello».
Ma il legame di Emanuele Severino con Brescia va al di là dei ricordi biografici. È particolarmente significativo quindi ricordare che proprio con le case editrici bresciane ha pubblicato le sue prime opere: “La struttura originaria” nel 1958 con La Scuola ora edito da Adelphi anche se La Scuola lo ha riproposto qualche anno fa in copia anastatica. Sempre La Scuola, nel 1960, ha dato alle stampe il saggio “Per un rinnovamento della interpretazione della filosofia fichtiana”, che ora è inserito in “Fondamento della contraddizione” di  Adelphi. Recentemente è inoltre uscito “Educare al pensiero”. È di Paideia la prima edizione di “Essenza del nichilismo” con il famoso saggio “Ritornare a Parmenide”, uscito in precedenza sulla “Rivista di filosofia neoscolastica”.

Bragaglio: contro la paura. Una riflessione di Luciano Costa

Su Bresciaoggi del 29 dicembre, Luciano Costa ha scritto il suo Domenicale: “Liberiamoci dalla paura e il 2020 sarà un buon anno”.
Ampio, ancor più delle omelie che ormai tendon sempre più ad esser invece fin troppo asciutte e svelte, Luciano sviluppa una serie di considerazioni che spaziano dai nomi nazionali (Mattarella, Papa Francesco) ai locali (Del Bono e Mons. Tremolada) che si schieran contro la paura, con buoni ragionamenti che mi sento di poter condividere pienamente.
Più che di generosi e profumati grani di incenso a favore dell'ottimismo, quel che mi è piaciuto nel pezzo è questo suo "schierarsi contro" la paura. Contro i pavidi. Combattivo. Paura che certo c'è, ma - dice Luciano- va pur contrastata. Da lì anche il pronostico suo sul 2020. Che mi sentirei di condividere, toccando ferro, magari coi dati elettorali dell'Emilia tra le mani. Certo anch'io son fiducioso perché il vento sta cambiando in meglio. Sarà per ora solo un refolo... ma come scriveva anche Verdelli, il Direttore di Repubblica, sabato  28 dicembre:  "Avviso ai naviganti, non sprecate il buon vento".


Mario Tambalotti: testimonianza del figlio Andrea

Una delle tante cose che ho imparato da mio papà è che quando si parla in pubblico non si può leggere un testo. Bisogna farlo a braccio, anche se naturalmente sulla base di un canovaccio ben studiato. Lui faceva così. Ed infatti, quando faccio delle presentazioni per lavoro, cosa che mi capita abbastanza spesso, ci penso, mi preparo, so cosa voglio dire, ma non seguo un testo scritto. Mi è impossibile farlo. Ma in questo caso, perdonatemi, devo leggere. Per due motivi. Primo, senza un testo, avrei divagato e parlato troppo, perché sono figlio di mio padre. Secondo, non credo che sarei riuscito ad arrivare in fondo. Vediamo se ce la faccio così.
Una persona straordinaria
Mio papà era una persona straordinaria. Credo che ciascuno di voi lo possa testimoniare. Era straordinaria la sua biografia, straordinario il suo carattere, ed è straordinario quello che ci lascia, tramite le sue opere, quello che ha fatto, e per il suo esempio. Mi piacerebbe poter spendere un po’ più tempo a parlare della sua biografia, della sua parabola da figlio della classe operaia in Via Milano, cresciuto durante il fascismo, sempre fermamente opposto da lui, e dal suo amatissimo papà Vincenzo, Cenci, al diploma di perito industriale, alla laurea alla Bocconi, alla quale si era iscritto quasi per caso, alle tante soddisfazioni professionali, come uno dei primi commercialisti a Brescia, e tanto altro, ma non ho il tempo, e probabilmente non ne vale la pena. Perché quello per cui credo tutti lo ricorderemo di più, sono il suo carattere ed il suo esempio, e di quelli voglio parlare un attimo.
Ci sono tanti aggettivi che mi vengono in mente quando penso a mio papà, molte qualità che lo contraddistinguevano, e che immagino siano familiari alla maggior parte di voi. La grinta, determinazione, coraggio, che per esempio gli hanno permesso di superare un grave incidente in bici all’età di 80 anni, alla faccia del medico che gli disse che si doveva accontentare di andare in giro in sedia a rotelle. Invece lui è tornato in bicicletta e sugli sci, fino a questo passato Febbraio, alla soglia dei 90 anni, quando abbiamo sciato insieme in Alta Badia! E poi la saggezza, l’esperienza, la pacatezza, la pazienza, la vivissima intelligenza. E potrei continuare per molto.

"CRISTIANESIMO, POVERTÀ, POLITICA" - incontro martedì 3 dicembre 2019

"CRISTIANESIMO, POVERTÀ, POLITICA"

In occasione dell’uscita del libro "POVERI E CAPITALE. LA POVERTÀ NELLA POLITICA" Prefazione di Mario Tronti (Ed. Scholé- Morcelliana, Brescia)

Incontro sul tema "Cristianesimo, povertà, politica"

con PAOLO SORBI, Autore
PAOLO CORSINI, Storico, già Sindaco di Brescia
ILARIO BERTOLETTI, Direttore di Morcelliana.
Coordina il dibattito CLAUDIO BRAGAGLIO, Nuova Libreria Rinascita.
Introduce DINO SANTINA, direttore dell’AAB.

AAB associazione artisti bresciani, vicolo delle Stelle 4, Brescia, 3 dicembre, ore 17.30


Il libro: dall’antico grido di libertà del gladiatore e schiavo ribelle Spartaco alle nuove lotte nelle fabbriche moderne: secoli di storia della povertà. Di quei poveri che si auto-organizzano per liberarsi dallo sfruttamento, per il potere dei poveri, dei proletari, fino a uccidere e uccidersi tra loro, come testimonia la storia. I conflitti dei poveri sono descritti attraverso le storie di insurrezioni medioevali, rivolte, manifestazioni, proteste, di atti di pace e dialogo ed episodi come le guerre dei contadini durante la Riforma protestante tra fine Quattrocento e Cinquecento, le dinamiche dei rivoluzionari del 1789 a Parigi, dei proletari nella Russia del 1917. Non una sola storia, ma differenti interpretazioni. In “Poveri e capitale. La povertà nella politica” l’analisi viene condotta alla luce delle scienze umane: vengono descritti i complessi meccanismi della psicologia politica e dei raccordi con la sociologia nei processi di urbanizzazione e secolarizzazione, con la genesi antropologica del “capro espiatorio”.
-------
L’autore: Paolo Sorbi, sociologo laureatosi a Trento alla fine del’68, è stato tra i protagonisti del movimento di lotta antiautoritario degli studenti di Sociologia. Professore straordinario di Sociologia, per quasi quindici anni, all’Università Europea di Roma, dirige il CRIPPEG (Centro di Ricerche di psicologia politica e geopolitica) di quell’Università con una sede anche a Gerusalemme.
Tra i suoi testi: Emergenza antropologica. Per una nuova alleanza tra credenti e non redenti (con P. Barcellona, M. Tronti e G. Vacca, Guerini, 2012). Collabora con «Avvenire» e «Vita e Pensiero» sui temi della globalizzazione e dell’ebraismo contemporaneo.

Bragaglio: la strage di Piazza Loggia dopo la sentenza. I poteri occulti del “doppio Stato”. 12 07 19

Con la pubblicazione dell’interessante libro di Paolo Barbieri: La morte a Brescia. 28 maggio 1974: storia di una strage fascista (edizioni Red Star Press, Roma, 2019) l’ampia bibliografia riguardante la drammatica vicenda della strage di Piazza Loggia si arricchisce d’un nuovo ed importante contributo. Un contributo, peraltro, d’un testimone – allora giovane diciottenne – che in quella drammatica mattinata era tra i manifestanti in Piazza Loggia e che, già dalle prime pagine, descrive il momento drammatico dello scoppio, la reazione dei partecipanti alla manifestazione, il rischio della vita per l’Autore stesso che, solo per un fatto del tutto casuale, si era da poco allontanato dal luogo dello scoppio.
Barbieri cattura così, fin dalle prime pagine, l’emozione del lettore, restituendoci la memoria di quei drammatici momenti che Brescia, ogni anno da quel 1974, rivive ogni 28 maggio con i ritocchi lenti della campana, nel silenzio assorto di piazza Loggia, alle 10.12 del mattino, prima di dar corso alla manifestazione pubblica.
Nelle pagine scorrono ricordi, riflessioni, stati d’animo ed eventi: la bomba, le parole spezzate dell’oratore, il sindacalista della Cisl, Franco Castrezzati, la piazza atterrita, gli otto caduti ed i cento feriti, la descrizione dei funerali con la risposta politica di massa della città e del Paese intero. Il corteo immenso che in profondità attraversa nei giorni successivi il dolore immenso della città.
Ed ancora il clima di rabbia, di contestazione, di ribellione contro la strage fascista. “La città – scrive Barbieri – per diversi giorni sarà autogestita ed il servizio d’ordine più che dalle forze dell’Ordine sarà garantito dal Sindacato e dai Partiti” (P. Barbieri, cit., p.50).
In nessuna città d’Italia, dove sono avvenuti analoghi drammatici eventi della sanguinosa strategia della tensione, ogni anno si rivive con eguale intensità, e per la durata d’un mese intero, il ricordo di quel 28 maggio. Con molteplici iniziative – nelle piazze, in sedi civiche, istituzionali, sindacali, in teatri, scuole ed università – che ripropongono il significato di quell’evento, per Brescia ed il Paese intero. Alla luce del passato e d’un impegno rinnovato nel presente e per il futuro.
Merito di tutto ciò, in particolare, va ascritto in grande misura a “Casa della Memoria”. Una realtà viva ed attiva - partecipata dalle istituzioni locali, nonché da realtà culturali, politiche, sindacali e sociali - presieduta da Manlio Milani, il marito d’una delle insegnanti cadute nella strage.



In evidenza

Cerca nel sito

Fotografia del giorno

emanuele-severi...

Nuova Libreria Rinascita