Interventi

Bragaglio: Un secolo di "Castelli"

FONDAZIONE CASTELLI
UN SECOLO DI "CASTELLI"  
L'Itis «Castelli» compie un secolo di vita e, per festeggiare la ricorrenza, domani alle 17 nell'aula magna riper- correrà le pagine più luminose della sua storia attraverso il libro del professor Giovanni Boccingher «Dal Moretto all'Itis Castelli - 100 anni (ed oltre) di istruzione tecnica a Brescia». Sul tema volentieri pubblichiamo un intervento del professor Claudio Bragaglio, già docente di Diritto ed Economia dell'Itis.
di Claudio Bragaglio

Con il volume: «Dal Moretto all'Itis Castelli» (Fondazione Federico Palazzoli), scritto dal professor Giovanni Boccingher, viene ricostruita la storia più che centenaria di una delle strutture scolastiche più importanti di Brescia. Un volume corredato anche da fotografie e da documenti di grande interesse.
Dal pregevole lavoro di Boccingher emerge, oltre il percorso che va dalle prime esperienze della formazione d'una professionalità tecnica fino agli anni '60, lo spaccato dell'evoluzione della Brescia industriale. Una «rivoluzione» caratterizzata, com'è noto, da uno specifico percorso di accumulazione di capitali, di lotte sociali e sindacali, di scelte politiche ed istituzionali. Di recente riesaminato dal lavoro di Paolo Corsini e di Marcello Zane sulla «Storia di Brescia». Ma, non meno importante per una comprensione approfondita della «brescianità industriale», è lo studio del «capitale umano», come lo si definisce oggi, ovvero del ruolo svolto dalla professionalità tecnica ed innovativa della manodopera. E' quanto opportunamente rileva, nell'introduzione al volume, il presidente dei Periti industriali, Arturo Bonetta, quando evidenzia - nel cammino che va dal «Moretto» all'Itis Castelli - il ruolo professionale svolto dai periti e dai quadri tecnici. Un ruolo fondamentale per l'organizzazione e l'innovazione produttiva di Brescia. E non solo. Essi hanno costituito, nel corso dei decenni, un fattore decisivo per l'imprenditoria aziendale sul territorio, per l'estensione della rete di piccole e di medie imprese industriali.

Severino: il Filosofo e la sua Città

di Claudio Bragaglio
(Bresciaoggi 03.03.2017)
Molteplici e qualificati i momenti che caratterizzano la presenza del prof. Emanuele Severino anche nella vita pubblica e culturale bresciana. Il Sindaco Emilio Del Bono ha giustamente parlato d’una sua “generosità” verso la città. Ma solo per cenni è possibile richiamare in questa sede alcuni significativi passi di questo cammino.
Come si sa il Professore ha considerato Brescia come un’oasi elettiva rispetto al suo impegno universitario a Venezia e Milano. Ma un significativo cambiamento si è determinato con la strage del 28 maggio del ‘74, quando proprio Bruno Boni, suo carissimo amico, lo convinse a collaborare al nuovo giornale Bresciaoggi. Dove scrisse per alcuni anni, vari interventi raccolti e rielaborati poi in: “Techne, le radici della violenza”. Ed è proprio all’indomani della strage che Severino scrisse un articolo sulla natura politica di tale drammatico evento. Di recente meritevolmente ripubblicato, ed accompagnato da una intervista, a cura di Ilario Bertoletti, per l’editrice Morcelliana.
Ma la sua attività pubblicistica, che poi si estese per decenni anche sulla stampa nazionale, era pur sempre sottratta al contatto più diretto con la città.


Brescia onora Il filosofo Severino

BRESCIA ONORA IL FILOSOFO SEVERINO
di Massimo Tedeschi
La benedizione più autorevole all’incontro di ieri in palazzo Loggia l’ha data lo stesso festeggiato, il filosofo Emanuele Severino: “ Vi ringrazio per quello che ho imparato, a proposito di me stesso, da quanto detto. Spesso noi siamo più ignoti a noi stessi che gli altri”.
Un’ironia lieve e profonda per ringraziare i numerosi intervenuti e “benedire” – nel giorno del suo 88esimo compleanno – la nascita della Associazione Emanuele Severino, provvisoriamente ospitata in Santa Giulia. Una realtà che se manterrà propositi e premesse porterà Brescia nel circuito dell’alto dibattito filosofico internazionale...



NASCE A BRESCIA L’ASSOCIAZIONE DI STUDI EMANUELE SEVERINO

NASCE A BRESCIA L’ASSOCIAZIONE DI STUDI EMANUELE SEVERINO
SABATO 25 FEBBRAIO, ORE 10, PALAZZO LOGGIA, INCONTRO PUBBLICO CON IL FILOSOFO SEVERINO
L’Associazione di Studi Emanuele Severino, con il Comune di Brescia, promuove il 25 febbraio, ore 10, presso il Palazzo della Loggia, un Incontro Pubblico con  il filosofo EMANUELE SEVERINO.
Per la presentazione, in occasione del suo compleanno, dell’Associazione a lui dedicata che ha sede a Brescia.
Intervengono: EMILIO DEL BONO (Sindaco di Brescia), VINCENZO MILANESI (Rettore emerito dell’Università di Padova, Presidente dell’Associazione), INES TESTONI (Professore associato di Psicologia presso Università di Padova e Vicepresidente dell’Associazione), ANNA LUDOVICA SEVERINO (Vicepresidente dell’Associazione), PAOLO CORSINI (Senatore della Repubblica), PAOLO BARBIERI (Direttore rivista QuiLibri), CLAUDIO BRAGAGLIO (Nuova Libreria Rinascita), GIULIO GOGGI (Professore di Filosofia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano).

Bragaglio: in ricordo del compagno Giulio Dalola

Il suo nome, nel partito, come un po’ per tutti noi allora, era il cognome. Quindi: il compagno Dalola.
Nel PCI, anche appena conosciuti, ci si dava confidenzialmente del “tu”, ma col cognome, preferibilmente. A maggior  ragione nei confronti politici in sede di Direttivo o di Comitato Federale. Poi con l’andare del tempo si passò gradualmente, più o meno con tutti, al nome. Dava un maggior senso di familiarità, d’informalità e di comunità. Ma allora, a differenza di oggi, gli organismi dirigenti di partito erano regolarmente e frequentemente convocati: settimanalmente il Direttivo, mensilmente il Comitato Federale. Il lunedì mattina, poi, la “riunione di apparato”, ovvero dei funzionari, per definire impegni, campagne politiche, il “piano di lavoro” che registrava ogni giorno le riunioni nelle sezioni e relativa partecipazione dei funzionari, dei responsabili di zona o di settore. “Piano di lavoro” ben visibile a tutti sulla scrivania dell’organizzatore.
La politica, con la sua dialettica e i suoi scontri, si sviluppava direttamente nel partito, più che altrove. A livello di Federazione, come nelle Sezioni. Quella concreta attività era la vera “scuola di partito”. Ancor più dei famosi corsi – Frattocchie incluse – che pure si organizzavano, anche a Brescia, nelle sezioni o con corsi estivi, agli inizi degli anni ’70, a Cevo, a Collio o al Gaver. Quella la vera e quotidiana formazione d’un dirigente politico, da cui veniva la sollecitazione a studiare, imparare e a conoscere le realtà di fabbrica o dei comuni.

In evidenza

Cerca nel sito

Fotografia del giorno

Da Giuliano a ...

Nuova Libreria Rinascita