Autonomia e Area Vasta bresciana, ma con la…Valcamonica
- Dettagli
- Categoria: Interventi
- Pubblicato: Domenica, 10 Aprile 2016 00:00
Da alcuni giorni viene sottoscritta una petizione a favore della bancarella del libro, gestita dal libraio Pierluigi Perini, situata sotto i portici di piazza Vittoria. In discussione il mancato rinnovo della Concessione, da parte del Comune di Brescia, nonché una controversia sull’area occupata con servitù di pubblico transito. Quindi con rischio di chiusura. Si tratta d’una singolare libreria dell’usato, in cui si possono trovare libri a buon mercato, come rarità ed antiche edizioni di pregio.
Seguo, come molte persone interessate ai libri, la polemica in corso sulla bancarella dell’amico Gigi. La sua è una bancarella un po’ nascosta e rintanata, con quei suoi vecchi libri. Che non dà alcun fastidio. Ordinata e discreta. Un simpatico ritrovo per uno scambio di idee tra lettori, anche un po’ ‘vintage’, o per un perditempo tra bibliomani e bibliofili. Un bell’angolo di cultura e d’amicizia, nulla più. Piccolo, ma tanto piccolo, della nostra Brescia. Senza i riflettori pubblici per voti da contendersi. Senza associazioni commerciali che poi ti farebbero la guerra in Loggia. Senza il lustro della notorietà. Senza santi protettori in Paradiso. Tutti infilati, quindi, i migliori motivi per un distratto scrollar di spalle e per… lasciar perdere. O forse, proprio per questo, no. Con le prime 500 firme che tra poco raddoppieranno, e più. Virali, come in una rete, ma di passaparola.
Leggo di motivazioni amministrative, nonché di contromosse sgarbiane , con minacce di carte bollate e d’avvocati. Rispetto la correttezza delle prime e m’interrogo perplesso sulle seconde. Non tutto m’è chiarissimo. Confesso. Ma non m’importa. So solo che brandendo sacri e formali principi e scomodando, sul versante opposto, parrucche e toghe nere di tribunale, in casi come questi, anche quando ti va bene, tutti finiscon un gran male.
La mostra di Chagall mi pare sia striata da troppe polemiche. Si tratta ora di evitarne di nuove e di maneggiare con cura quelle già esistenti. Per il buon esito della mostra stessa.
Ciò mi porta subito a dire che non m’avventuro sulle questioni tirate in ballo per eventuali interessi del Direttore Di Corato per Mostre, Cataloghi e Case editrici. Di questo risponderanno Piattaforma Civica dell’avv. Onofri e Centro Destra. Per quanto mi riguarda vorrei stare al merito, dicendo di condividere la scelta, seppur estemporanea, della mostra di Chagall, con Dario Fo.
Ma, a differenza di altri, in piena coerenza con la mia precedente condivisione anche della proposta di Goldin. Penso infatti abbia ragione il prof. Vasco Frati quando osserva che “al di là delle cortine fumogene… si tratta d’un progetto che ripropone il metodo Goldin dell’iniziativa organizzata chiavi in mano”.
Ha quindi senso rileggere la discussione estiva su cui sono intervenuti in molti, tra cui Sindaco, Vicesindaco e Direttore. Per trarne una morale, come si diceva un tempo.
In particolare debbo una risposta ad uno stimato amico di vecchia data. Al presidente Massimo Minini che mi sollecitava una modifica delle mie opinioni. Ma non avrei mai pensato di poterlo amichevolmente contraddire - e con troppa facilità - a distanza di così pochi mesi.
Diverse e significative le presenze a Brescia dell’on. Giorgio Napolitano. Il mio primo ricordo risale al 1974, in occasione d’un ciclo di conferenze su Togliatti, in una sala della Cavallerizza stracolma di presenze, con l’on. Napolitano impegnato ad affrontare la “via italiana al socialismo”. Altre ed importati le occasioni, in attivi di partito e convegni. Tra i più significativi una “Conferenza di organizzazione” nell’Aula Magna di Medicina, il “Convegno economico” nel 1984 alla Camera di Commercio, il Convegno, negli anni ’80 al Castello Oldofredi di Iseo, sulle riforme istituzionali, presieduto dall’on. Franco Salvi, con l’on. Martinazzoli. Fino alla presentazione nel 2004 del libro dell’on. Adelio Terraroli, con Martinazzoli e Corsini, sulla “Storia del Pci bresciano”, al Novotel di Brescia 2. Ed in quella occasione ci chiese espressamente, insieme alla signora Clio, di poter avere a cena anche il gruppo di amici bresciani che per anni ha frequentato nel periodo estivo sull’isola di Stromboli