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PD:dopo la sconfitta il coraggio di una nuova strategia

                 

E' necessaria una qualche riflessione sul PD e su chi di noi s'è più volte sentito di urlare: "basta risse nel PD!". Ma con quali effetti? Dopo le tremende sconfitte - inizialmente persino negate - che hanno riconsegnato a Berlusconi molte nostre città e l'intero Paese, contro chi poi si potrà mai gridare senza ritrovarsi strozzato in gola un "urlo muto", come quello del famoso quadro di Munch?

Ciò che è inquietante del PD sono gli sbandamenti politici, l'assenza di una bussola, la fragilità di una guida politica. Le risse sono proprio la conseguenza, e non la causa, di un marasma che si va allargando.

Se il PD non ritrova una guida politica autorevole si ridurrà a poca cosa. Il 25 ottobre è stato un grido immenso per dare futuro al PD e non, come stolidamente è stato affermato, una legittimazione delle sbandate di questi mesi. Una fiducia sul futuro che non va tradita. A cui si risponde con la politica, non inventandosi nuove illusioni. Non si possono riproporre le ambizioni  irrealistiche, che hanno fatto nascere questo PD pagando prezzi esorbitanti, dalla fine prematura di Prodi, all'affossamento del tentativo di Marini. Per non dire dell'infausta idea di autosufficienza. Proprio quella bandiera elettorale sventolata per "andare soli e liberi", riproposta come una strategia, mentre il PD si alleava a Di Pietro e ai Radicali, respingendo improvvidamente i Socialisti. Una scelta che ci farebbe pure perdere quasi tutte le elezioni del prossimo anno.


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Sì alla iniziativa bresciana della Cgil. Va alzato il profilo dell'opposizione

L'iniziativa assunta dalla Cgil bresciana, nel quadro di una mobilitazione nazionale  in difesa delle condizioni di reddito dei lavoratori, pensionati e delle fasce sociali popolari, merita - a nostro giudizio -  la più ampia condivisione e partecipazione.

Essa rappresenta un segnale forte di proposta e di iniziativa, alla quale intendiamo partecipare, e che ci auguriamo venga raccolto anche da altre realtà politico-istituzionali, ognuna con la propria caratterizzazione ed autonomia propositiva,  ma con la comune consapevolezza di voler rendere evidente che il Paese ha di fronte a sè rischi gravi per le condizioni di reddito delle famiglie, per lo sviluppo economico, occupazionale e le prospettive per il futuro dei giovani.

Le scelte del Governo Berlusconi, anche a causa dei forti tagli di bilancio, risultano del tutto sbagliate e socialmente ingiuste, oltretutto incapaci di fronteggiare la crisi interna, nonché le ripercussioni del tracollo degli assetti finanziari e bancari.

Molteplici i punti di iniziativa e di contrasto: la drastica riduzione del valore reale di salari e  pensioni, l'incremento incontrollato dei prezzi anche sui beni di prima necessità, i tagli nei settori della sanità,  dei servizi pubblici e del fondo per le politiche sociali, la controriforma nella scuola, la riduzione delle risorse per gli enti locali.

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I GIUDIZI CRITICI SUL PD PROPOSTI DA ENRICO LETTA

       L’intervento dell’on. Enrico Letta alla Festa del PD di Brescia ha rappresentato, a mio parere, una sollecitazione valida e coraggiosa.

I suoi giudizi critici sono risultati particolarmente incisivi. L’accelerazione delle elezioni anticipate e la sbrigativa chiusura della stagione Prodi, favorite anche da un PD che ha “autoaffondato” la propria coalizione. Una lettura sbagliata sull’effettiva profondità della sconfitta subita. Gli sbandamenti di linea politica del gruppo dirigente, all’indomani delle elezioni. La realtà di un partito ancora tutto da costruire.

Un ragionamento lineare, fatto senza animosità polemica, con la misura consapevole delle enormi difficoltà che ci stanno di fronte nella stagione non breve di un lavoro di opposizione.

Una convincente chiave di lettura che nelle serate precedenti era echeggiata, sullo stesso palco, nel confronto tra i Parlamentari bresciani, anche nelle efficaci parole del sen. Guido Galperti.

Ritengo anch’io che si debba partire – anche a Brescia -  da questo angolo visuale, consapevoli che non esistano ulteriori scorciatoie, dopo quelle – già numerose - imboccate nel recente passato e che ci hanno portato esattamente alla situazione in cui ci troviamo. Scorciatoie sul “far da soli e liberi”, sulle “fusioni fredde” del PD, su un “nuovismo” inconsistente, sul sistema elettorale rigidamente bipartitico, destinato a far esplodere la coalizione e ad impedire ogni rapporto con l’UDC.

 

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