Il cammino verso la Loggia del 2023
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Categoria: Partito
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Pubblicato: Sabato, 18 Settembre 2021 00:00
Candidature autorevoli e credibili per un Centro Sinistra Civico
C’è tempo, ma…è da sempre complicato il cammino verso la Loggia. Mentre c’è chi avrebbe già allineato al traguardo del ‘23 una propria candidatura a Sindaco, ma fingendo il contrario. Eppure la storia bresciana è buona maestra, almeno per chi la sa ascoltare.
Si dice che per conoscere un viandante Freud chieda: “da dove vieni?”, mentre Jung gli si rivolge con un “dove vai?”. Due diverse domande, ma per sapere per davvero dove vada il viandante non si può ignorare anche da dove venga. Nella vita, ma pure nella politica. Anche locale.
Ogni passaggio, ha sempre vissuto discontinuità, dal dopo Boni in poi, quand’anche mimetizzate da apparenti continuità. Con pretese, anche di ristrette conventicole di potere, spesso scompaginate.
Infatti contro la designazione di Ciso Gitti, nel 1975 s’impose quella di Cesare Trebeschi. Il dopo Trebeschi, nel 1985, vide la scelta dell’on. Padula, del tutto estraneo alla Giunta uscente, come peraltro sempre avverrà, nonostante ricorrenti auspici di Sindaci uscenti in favore dei propri delfini.
Nel terremoto del 1990-92, le candidature delle segreterie del pentapartito saltarono in aria o durarono poco – come il Sindaco Panella – a favore d’un outsider PCI-PDS come Corsini, nel 1992. Con una spericolata operazione poi, nel 1994, lo scioglimento - in tre giorni tre! - del Consiglio Comunale, promosso dal Sindaco Corsini contro lo stesso PPI alleato ed il suo vicesindaco Odolini. In modo da impedire a Brescia ciò che il PPI aveva fatto in Regione, ovvero una Giunta con la Lega, con Presidente il leghista Arrigoni e vice il bresciano Marchioro.
Una scelta per lo scioglimento ad alto rischio, ma che ha poi reso possibile eleggere Martinazzoli Sindaco, con una Giunta – ante litteram- dell’Ulivo.
Nel 1998 vennero accantonate ben tre proposte di Martinazzoli e per la sua successione si fece una scelta - in emergenza - con il “richiamo alle armi” di Corsini, parlamentare da soli due anni. Che vinse il ballottaggio con il 53% contro il 47% di Della Bona, con il voto della Destra al 52,7%!
Ma il rischio del vento cambiato s’è poi visto poco dopo, quando vi fu – nel dopo Lepidi - la vittoria della Destra con Cavalli in Provincia. Infine il dopo Corsini, nel 2008, ed anche in quel caso una svolta rispetto alla Giunta uscente. Venne infatti proposto l’on. Del Bono, mentre Gruppo e Segreteria dell’ex Margherita, sostenevano il vicesindaco Morgano.
Questo il cammino del nostro viandante. Nei momenti di cambiamento s’impone lo slancio coraggioso della novità d’una testa rivolta al futuro. Non già il trascinamento della coda d’un passato, per quanto sia condiviso ed importante. Tanto meno il gioco pericoloso delle mosse con teste di legno sulla scacchiera.