Partito

Referendum sulla Giustizia: VOTO NO o NO VOTO? Legittimità e motivazioni del NO VOTO

Condivido il voto unanime che il PD ha espresso per i Referendum sulla giustizia: 5 NO, con possibili distinzioni personali. Anche da Presidente della Direzione Lombarda del PD ho molto apprezzato linea e capacità unitaria del Segretario Letta, come pure il senso di responsabilità delle varie componenti del PD. Un segnale forte che riguarda non solo i Referendum, ma le difficili scelte a sostegno del Governo Draghi e per la drammatica guerra in Ucraina.
La riflessione svolta sia in Direzione regionale che provinciale dall’on. Alfredo Bazoli ha poi evidenziato il rilevante contributo da lui dato per questa soluzione come Capogruppo PD nella Commissione Giustizia.
Ma mi interrogo se, ben oltre i quesiti, non sia il caso di spingersi con coraggio ai confini d’una ulteriore riflessione che esprima una contrarietà anche alla radice politica di quei Referendum.
Che la stagione dei Referendum – dal 1974 sul divorzio in poi - sia stata molto positiva per lo stesso sistema democratico è di tutta evidenza. Ha rotto anche i sigilli arrugginiti d’un sistema bloccato. Ma, a volte nella storia, sullo stesso tronco di grandi operazioni di partecipazione, se ne innestano anche di opposto segno. Il virus del populismo è la conferma di tutto ciò. Così, o per scelte di valore o per strumentalità di vario tipo sono stati promossi, dal 1974 ad oggi, ben più di cento quesiti per 67 Referendum. Con obbiettivi certo tra loro contrastanti, ma segni anche d’una inflazione referendaria che dice d’una crisi della politica e non solo d’una effettiva partecipazione civica. Come quando negli ingranaggi dell’economia si butta anche “cattiva moneta”, non per produrre ricchezza, ma per svalutarla con l’inflazione a danno delle classi sociali meno abbienti. Quindi, al di là dei formalismi da legulei, i vari Referendum vanno ben valutati e tra loro distinti per merito ed opportunità. E se sono trappole politiche ben congegnate, l’interrogativo non dovrebbe limitarsi al dubbio se infilarvici il dito oppure no.
Voto NO o NO voto? In talune occasioni, quindi, riterrei del tutto legittimo e motivato, per l’elettore, anche il non partecipare al voto. E, nella coincidenza con il voto amministrativo che ora ci riguarda, il non ritirare le schede del Referendum, per non concorrere al quorum.



L’incomprensibile immobilismo del Centro Sinistra a Brescia

Si trascina da tempo un incomprensibile immobilismo nel Centro Sinistra a Brescia, con riferimento al prossimo futuro. Nonostante numerose sollecitazioni provenienti dall’interno del PD e dal Centro Sinistra. Da varie realtà sociali, civiche e –puntualmente – anche dalla Stampa locale.
La recente vicenda della Provincia ci ha consegnato il coraggio – in particolare anche del PD provinciale - d’una Coalizione ampia, con voti anche del M5S. Quando: Piano Cave, Ciclo Idrico e Depuratore del Garda si paravano di fronte come inaggirabili “cavalli di Frisia”. Ma l’esito del voto è stato comunque problematico. E tale rimane per il futuro, anche sulla Presidenza Alghisi. Come problematici sono stati gli esiti di vari Comuni – anche dell’Hinterland – che risultano allarmi finora inascoltati anche per il futuro della Città. E la stessa “Giunta dei Sindaci”.
Eppure tutte le esperienze precedenti - compresa quella del 2013 con la vittoria del Sindaco Del Bono - sono state ben preparate nel tempo con numerose iniziative, di cui però oggi non risulta traccia. Eppure, diversamente dal 2018, oggi ci si ritrova la candidatura d’un nuovo Sindaco. Con ciò che ne consegue, anche per la Coalizione. Perché, a Brescia come a Roma, molto è cambiato – rispetto al 2013 e 2018 - con liste sparite e liste nuove. Ma finora – pur sollecitato, da più parti - non si è ancora attivato un vero percorso di tavoli programmatici e di scelte politiche. Con la sensazione di “Partiti” che son sì …partiti, ma per mete ancora sconosciute.


Presentazione libro di Gianfranco Pasquino - 14 aprile 2022

Gianfranco Pasquino
Libertà inutile. Profilo ideologico dell’Italia repubblicana
(UTET 2021)

presentazione del volume
giovedì 14 aprile alle ore 18.00
Auditorium Fondazione DS, via Metastasio 26 – Brescia

l’autore Gianfranco Pasquino
dialoga con il giornalista Marcello Zane

introduce Boretti Nicoletto Presidente Fondazione DS Brescia

Gianfranco Pasquino, accademico italiano, Professore emerito di Scienza politica all’Università di Bologna, già direttore della rivista “Il Mulino”, docente presso l’Università di Firenze, Harvard e Ucla in California, socio dell’Accademia dei Lincei dal 2005, è autore di numerosi volumi oltre che condirettore con Norberto Bobbio e Nicola Matteucci, del prestigioso “Dizionario di Politica”.

Un augurio a Guindani e Galperti per il nuovo Gruppo Civica Italia Viva

Mi è già capitato di esprimere pubblicamente una valutazione positiva, con riferimento alla iniziativa assunta mesi fa da alcuni amici (Benzoni, Avanzini, Coen ed altri) per una aggregazione “liberal” a Brescia, avente a riferimento nazionale Calenda e Renzi.
Altrettanto positivo - ma con caratura accresciuta per i ruoli amministrativi ed istituzionali ricoperti - mi sembra la costituzione d’un gruppo consiliare Civica Italia Viva, quale quello promosso da Guindani e Galperti in Loggia.
Per ciò che mi riguarda non avendo mai condiviso l’idea fondativa del PD inteso come partito unico maggioritario di Centro Sinistra, non posso che vedere positivamente tutto ciò che si muove invece nella logica di una alleanza convergente, ma tra forze distinte e diverse, di Centro e di Sinistra.
Il tutto fatto con la chiarezza programmatica necessaria. Ma – ritengo - anche a vantaggio dello stesso PD. Di una propria maggiore identità politica e programmatica. Di un ruolo coalittivo, ma ben lontano dalla presunzione d'una propria scontata autosufficienza.
Una chiarezza ed una novità, al passo con i tempi politici, che si rendono quanto mai opportune anche sul piano locale. Infatti per quanto positiva e condivisa sia stata l’esperienza in Loggia con sindaco Del Bono, quella del 2013 e riconfermata nel 2018, risulta del tutto evidente come ogni passaggio di Sindacatura comporti anche un necessario cambiamento.

Draghi per il Quirinale un pilastro per il futuro del paese

Rimango convinto che, se non ci fosse il “miracolo” della conferma del Presidente Mattarella, la soluzione più opportuna per il Quirinale sia quella di Mario Draghi. Si sfida un possibile caos con altre soluzioni del tutto deboli. O finalizzate ad operazioni neocentriste, contro il bipolarismo. O che - destabilizzanti - ci portano dritti alle elezioni in primavera. Procedendo quindi bendati verso l’ignoto d’una “tempesta perfetta”. Le tensioni di recente registrate – proprio contro Draghi – anche in merito alle nuove misure per l’emergenza Covid ci dicono molto. Persino troppo, nel prefigurare anche prossimi cambi di maggioranza da parte della Lega di Salvini. E non solo. Pensando, ma illudendosi, che il Presidente Draghi rimanga comunque incatenato alla “macina” del Governo, mentre una “guerriglia” apre brecce nelle mura di difesa in Parlamento e nel Paese. Per non dire poi dell’uscita dell’on. D’Alema, che mette nel bersaglio, con un sol colpo: Draghi, Bersani e Speranza, Letta. Un capolavoro! In particolare, contro la sinistra riformista e lo stesso Governo Draghi, visto che essi sono saldi punti di tenuta, per quanto non unici, evidentemente.
Mi auguro che il segretario del PD, Enrico Letta, confermi le sue recenti posizioni già assunte e che siano fatte proprie dalla prossima Direzione Nazionale del PD. Ma che, se si dovesse riattivare nel PD un ambiguo “doppiogiochismo” contro il segretario Letta - come è già avvenuto - vi sia un’adeguata reazione, anche da parte della sinistra interna, in suo sostegno. Perché non si può giocare con il fuoco, a fronte del futuro non solo del PD, ma dell’intero Paese.


Con Draghi al Colle al sicuro l'Italia, una doppia prospettiva per il PD

Fin troppo facili  i pronostici  sbagliati,  per due opposte  scelte  sulla Presidenza della Repubblica.
La prima, rischiosa e da evitare, una soluzione fintamente unanime, su una candidatura “debole” e condizionata. Che sia il giovane o la donna…o i vari nomi di Casini, Cartabia, Amato, Pera,…che in un’Aula divisa avranno i loro padrini determinanti – già facili da individuare – con la messa all’angolo del PD. E non solo. Con lo stesso Draghi che figurerà tra gli sconfitti e che si ritroverà nel Vietnam d’un anno elettorale. Di cui si son già avuti i segnali con la recente sconfessione della sua maggioranza e lo sciopero di Cgil e Uil, motivato da quello stesso sfregio. Al punto da immaginarci anche un benservito dello stesso Draghi, richiamato dall’Europa.
La seconda, di Draghi Presidente – e a mio parere da sostenere - motivata da un punto di vista sul futuro del Paese, più che sugli interessi di partito – PD incluso – per il periodo del ’22-’23.
Tutti i dati dell’emergenza – dalla pandemica a quella economica - impongono la priorità della “messa in sicurezza del Paese”, sul medio periodo. Anche a fronte d’una possibile vittoria della Destra. Mentre il ricatto d’un voto contrario a Draghi – se candidato - non esiste perché tutti i Parlamentari - della migliore o della peggior specie – sperano di tagliare il traguardo del '23, visto che la maggioranza di loro non rivedrà più il proprio scranno.


Pure un "partito dei sindaci" nel PD? Meglio un PD federativo di un ampio campo progressista

La vittoria del Centro Sinistra e del PD indica la strada per un ampio “campo progressista”. Anche per Brescia, pensando al prossimo voto per la Provincia, il Comune Capoluogo e la Regione.
Leggo quanto sostiene con tono perentorio il Presidente dell’Anci nazionale, Antonio Decaro: “Se Letta ci trascura siamo pronti a fare nel PD il partito dei Sindaci”. Dice alcune cose vere, ma con il sincronismo d’un orologio inceppato. Senza rendersi conto di ciò che è già cambiato. Compresa la liquidazione d’un “congresso straordinario” evocato contro Letta. Per non dire poi del “refrain - anche a Brescia - della carovana in viaggio per il lancio d’una leadership nazionale di Stefano Bonaccini. E che, non a caso, anche Decaro richiama. Parlo non di legittimità, ma di politica visto che l’ultima sua proposta era il rientro di Renzi e di Bersani nel PD, ovvero la paralisi del “rigor mortis”!
Ma là dove arrancava una tale politica è arrivata risolutiva la cogente verità dell’urna elettorale. Che poi questo comporti anche una valorizzazione dei Sindaci è così evidente da non dover attendere lo slancio spericolato d’un Decaro verso porte già spalancate. Ma che ciò avvenga con forme lobbistiche – com’egli evoca, ma nel vuoto d’una politica alternativa a Letta - non mi sembra il massimo, data anche l’alta responsabilità che dovrebbe ricoprire.
Intanto non è possibile immaginare un “partito nel PD” di tali Sindaci che, quand’anche iscritti, son Sindaci non del solo PD, ma d’un ampio Centro Sinistra Civico. Ma, ancor più incomprensibile, è l’aspetto politico, ben sapendo che i Sindaci iscritti appartengono a tutte le componenti del PD: dal sopravvissuto renzismo a posizioni opposte. Quindi questo suo partito di Sindaci nel PD dovrebbe prescindere dalle loro idee politiche nel …partito stesso! Mi paiono contorsioni su un filo appeso al vuoto.


21 gennaio 1921 – 21 gennaio 2021 "Il centenario del Pci VENTIVENTUNO"

Il centenario del Pci - VENTIVENTUNO
Mostra documentaria
COMUNISTI! Volti e simboli di un’appartenenza

mostra promossa da
FONDAZIONE  LUIGI  MICHELETTI

MA.CO.F.  CENTRO  FOTOGRAFIA  ITALIANA
FONDAZIONE  DS  BRESCIA

Sabato 16 ottobre - Domenica 21 novembre 2021
Dal giovedì alla domenica dalle ore 15,00 alle ore 19,00
Spazio Contemporanea - C.to sant’Agata, 22 - Brescia

Sabato 16 ottobre 2021 ore 17,30 Inaugurazione mostra
Partecipano: Ugo Sposetti, Orietta Truffelli, Boretti Nicoletto, Aldo Rebecchi

Incontri in Mostra

Mercoledì 20 ottobre 2021 ore 17,30
Presentazione volume
“Il nostro incrocio con la storia. Il racconto di quattro comunisti bresciani: Giuseppe Sartori, Mario Tambalotti Franco Torri, Giuseppe Paderno”
Partecipano: Mauro Baioni, Flavio Piardi, Claudio Bragaglio

Mercoledì 27 ottobre 2021 ore 17,30
Dibattito
La transizione “lunga”: dal Pci ai nuovi partiti
Partecipano: Pierangelo Ferrari, Mirko Lombardi, Carlo Fogliata
Coordina: Gherardo Ugolini

Mercoledì 3 novembre 2021 ore 17,30
Dibattito
Uno sguardo di genere: la militanza al femminile
Partecipano: Piera Bonetti Manuela Vespa, Grazia Longhi Meazzi, Donatella Albini
Con proiezione documentario Nilde Iotti (20 min.)

Venerdì 5 novembre 2021 - ore 17,30
Conferenza
Il Pci e l’ambiente, una dialettica fertile ma faticosa
Prof. Luigi Piccioni, Università della Calabria - Rivista “Altro900”
Introduce e conclude: Miriam Cominelli, Assessore all’Ambiente Comune di Brescia

Venerdì 12 novembre 2021 ore 15,00-18.00
Convegno (presso Fondazione “Luigi Micheletti”)
Popolo, classe operaia, masse. Il Pci e la società italiana nel Novecento
 
Manlio Calegari: “Comunisti e partigiani”

Gianfranco Quiligotti, Mariuccia Salvati: “Danilo Montaldi e la politica comunista”
Antonio Fanelli: “A casa del popolo”
René Capovin: “Populismo e Pci. Una lunga storia”
Stephen Gundle: “La sfida della cultura di massa”

Venerdì 19 novembre 2021 - ore 17,30
Convegno: Gramsci plurale

Prof. Daniele Balicco, (Università Roma Tre)
Global Gramsci. Geografie di un’eredità mondiale

Prof. Paolo Corsini (storico, già sindaco di Brescia)
Nell’anno Dantesco: la prigione di Gramsci, il carcere di Farinata



Il cammino verso la Loggia del 2023

Candidature autorevoli e credibili per un Centro Sinistra Civico

C’è tempo, ma…è da sempre complicato il cammino verso la Loggia. Mentre c’è chi avrebbe già allineato al traguardo del ‘23 una propria candidatura a Sindaco, ma fingendo il contrario. Eppure la storia bresciana è buona maestra, almeno per chi la sa ascoltare.
Si dice che per conoscere un viandante Freud chieda: “da dove vieni?”, mentre Jung gli si rivolge con un “dove vai?”. Due diverse domande, ma per sapere per davvero dove vada il viandante non si può ignorare anche da dove venga. Nella vita, ma pure nella politica. Anche locale.
Ogni passaggio, ha sempre vissuto discontinuità, dal dopo Boni in poi, quand’anche mimetizzate da apparenti continuità. Con pretese, anche di ristrette conventicole di potere, spesso scompaginate.
Infatti contro la designazione di Ciso Gitti, nel 1975 s’impose quella di Cesare Trebeschi. Il dopo Trebeschi, nel 1985, vide la scelta dell’on. Padula, del tutto estraneo alla Giunta uscente, come peraltro sempre avverrà, nonostante ricorrenti auspici di Sindaci uscenti in favore dei propri delfini.
Nel terremoto del 1990-92, le candidature delle segreterie del pentapartito saltarono in aria o durarono poco – come il Sindaco Panella – a favore d’un outsider PCI-PDS come Corsini, nel 1992. Con una spericolata operazione poi, nel 1994, lo scioglimento - in tre giorni tre! - del Consiglio Comunale, promosso dal Sindaco Corsini contro lo stesso PPI alleato ed il suo vicesindaco Odolini. In modo da impedire a Brescia ciò che il PPI aveva fatto in Regione, ovvero una Giunta con la Lega, con Presidente il leghista Arrigoni e vice il bresciano Marchioro.
Una scelta per lo scioglimento ad alto rischio, ma che ha poi  reso possibile eleggere Martinazzoli Sindaco, con una Giunta – ante litteram- dell’Ulivo.
Nel 1998 vennero accantonate ben tre proposte di Martinazzoli e per la sua successione si fece una scelta - in emergenza - con il “richiamo alle armi” di Corsini, parlamentare da soli due anni. Che vinse il ballottaggio con il 53% contro il 47% di Della Bona, con il voto della Destra al 52,7%!
Ma il rischio del vento cambiato s’è poi visto poco dopo, quando vi fu – nel dopo Lepidi - la vittoria della Destra con Cavalli in Provincia. Infine il dopo Corsini, nel 2008, ed anche in quel caso una svolta rispetto alla Giunta uscente. Venne infatti proposto l’on. Del Bono, mentre Gruppo e Segreteria dell’ex Margherita, sostenevano il vicesindaco Morgano.
Questo il cammino del nostro viandante. Nei momenti di cambiamento s’impone lo slancio coraggioso della novità d’una testa rivolta al futuro. Non già il trascinamento della coda d’un passato, per quanto sia condiviso ed importante. Tanto meno il gioco pericoloso delle mosse con teste di legno sulla scacchiera.


Regione e Loggia: il nodo coalizione, la priorità del Centro Sinistra Civico - programmi, candidati, rapporto con il M5S

Con voto unanime la Direzione Regionale del PD ha definito il percorso verso le elezioni regionali e comunali, proposto dal Segretario, Vinicio Peluffo. Con una Regione Lombardia politicamente “contendibile”. Un biennio decisivo alla luce anche del Governo Draghi con le scelte del Recovery Plan per la ripresa economica. Di rilevante importanza il prossimo voto, a partire da Milano, da Varese ed a seguire anche di altri Comuni, compresa Brescia.
Con il PD protagonista per un ruolo coalittivo, un crescente Civismo, un nuovo Centro Sinistra, un possibile confronto – non facile, ma opportuno – con il M5S. Non si tratta di stabilire un “a priori” di scelte strategiche, nella versione poco convincente di Goffredo Bettini. Infatti, dovendo risalire le rapide rischiose d’un fiume è tempo non di grandi strategie, ma di realismo. Non scordando che - pur col vento in poppa d’uno strategico Ulivo – il Governo Prodi 1 durò solo dal 1996 al ’98. Il Prodi 2 dal 2006 al ‘08. In quanto poi a Veltroni segretario PD, incoronato nel 2007 con primarie di 3,5 milioni di voti, se ne andò dopo 14 mesi. Si tratta non di pessimismo, ma di realismo, per evitare poi di tramutare in incubi i voli pindarici.


Tavolo del Centro Sinistra e nuovo Civismo a Brescia

Ho letto l’intervento di Andrea Rolfi (Bresciaoggi, 24 aprile) con molta attenzione, meritevole d’una piena condivisione e d’un confronto in quanto giovane Presidente del Consiglio di Quartiere del Violino, nonché esponente civico di “Città aperta”. Immaginando che nelle sue considerazioni critiche sul correntismo del PD e nell’attenzione sua alle scelte di Enrico Letta possa riflettersi il punto di vista d’una nuova generazione che si affaccia al futuro della politica locale, condividendo un punto di congiunzione – autonomo, critico, costruttivo - tra politica e civismo.
Come PD regionale in questi giorni abbiamo promosso un “seminario” di analisi dei processi sociali in atto, nel quale sono efficacemente intervenuti anche il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, ed il segretario provinciale, Michele Zanardi. Vi è la consapevolezza che crisi economico-sociale, vicenda Covid, Governo Draghi,...delineino un’incognita sul presente, ma anche la sfida d’una speranza nel futuro. Consapevoli anche delle difficoltà delle prossime elezioni per le “capitali” d’Italia: Roma, Milano, Torino, Napoli…, per il nuovo Presidente della Repubblica ed il prossimo Parlamento. E, per noi, anche delle incognite per Brescia e per la Lombardia. In questi tre anni si gioca un intero ciclo politico della storia del Paese. E per noi stessi.


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