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Bragaglio: evitare un cortocircuito tra Polo Civico e nuovo soggetto politico

Nella recente conferenza stampa della rivista “Città e dintorni”, ampiamente ripresa dalla stampa locale, sono emerse due forti  ma diverse sollecitazioni che meritano, a mio giudizio, grande attenzione. La prima, quella della formazione d'un “polo civico” per le elezioni a Brescia, ben motivata anche dall'editoriale di Davide Gasparetti, che sta raccogliendo crescente interesse. Interesse ed impegno, da parte non solo dei diretti protagonisti, penso ad Onofri, Castelletti, Braghini e ad altre realtà che si stanno muovendo nella stessa direzione per una “grande Civica”. Ma, non di meno, grande attenzione e disponibilità anche da parte delle stesse forze politiche, come con chiarezza ha di recente autorevolmente motivato il segretario provinciale del PD, Pietro Bisinella

6 maggio 2011- Adesione allo sciopero della Cgil di esponenti bresciani del PD

In Italia è aperta un’enorme questione sociale caratterizzata dall’inoccupazione femminile più alta d’Europa, da una disoccupazione giovanile (30%) record, dalla precarizzazione dei rapporti di lavoro, da un allargamento continuo delle disuguaglianze, da livelli di crescita economica tra i più bassi del mondo.

I governi di Berlusconi e Bossi, che hanno governato 8 anni negli ultimi 10, dopo aver sottovalutato la crisi economica, addirittura negandola, non hanno attuato alcuna politica che favorisse la crescita e sostenesse il sistema delle piccole e medie imprese e nel contempo hanno approvato norme che puntano ad una ulteriore regressione delle condizioni di lavoro e hanno lasciato soli i lavoratori e i sindacati (il caso FIAT è emblematico) a farsi carico delle esigenze di produttività e competitività delle imprese.

Bragaglio: oltre la sconfitta in Loggia dello '08 con una grande Alleanza Civica.

Sul Giornale di Brescia del 27 aprile, il segretario del PD, Pietro Bisinella, ha esposto una posizione sulle elezioni in Loggia che condivido  pienamente. In sostanza, egli si rende disponibile ad un incontro con le realtà civiche presenti (Castelletti, Onofri, Braghini) o che si presenteranno, assumendo come PD la “sfida civica” come un fattore positivo per l'alternativa all'attuale Giunta. Nel tentativo – egli afferma – non di “mettere il cappello o l'imprimatur” come PD, ma di definire un progetto comune. Un'ovvietà? Per nulla. E' evidente, a mio avviso, come tale impostazione porti con sé implicazioni di notevole rilievo  che si muovono ben oltre lo stesso centro sinistra.

PD e SEL insieme per il Centro Sinistra a Brescia

L'adesione a Sel d'un gruppo di consiglieri di alcuni comuni - tra cui Donatella Albini, del Comune di Brescia – rappresenta, a mio parere, un fatto positivo per l'insieme del centro sinistra bresciano e per un ampliamento dell'alternativa al centro destra.

A fronte d'un risultato del 2008, che ha purtroppo lasciato senza rappresentanza parlamentare un'area significativa della sinistra sociale e politica, il recupero d'un ruolo è quanto mai utile ed è destinato a sollecitare una proficua riflessione anche nel PD.

Non sfugge infatti che, nonostante gli sforzi del Pd bersaniano, alcuni temi sociali, a partire dalla centralità del lavoro, fatichino ad affermarsi come parte decisiva della politica di cambiamento. Consapevoli, peraltro, come si stia oggi giocando – lo ha sottolineato efficacemente il segretario nazionale della Fiom Landini, a Brescia - una partita decisiva sulla natura stessa del sindacato, della contrattazione, della rappresentanza democratica dei lavoratori, sul governo della crisi. Temi su cui la Cgil della segreteria Camusso ha – opportunamente, a mio parere – promosso  lo sciopero generale del 6 maggio.

 

Bragaglio a Guindani: il necessario confronto tra PD e Socialisti

Dionigi Guindani ha svolto in una “lettera” alcune considerazioni sostenendo -  penso fondatamente - che “la Castelletti non è sola”. La polemica è rivolta al giudizio tranchant con cui l'on. Beccalossi ha accompagnato il suo veto posto all'ingresso in Giunta della Castelletti che “rappresenta solo se stessa e nulla più”. L'amico Guindani svolge ulteriori riflessioni che meritano attenzione, anche perché stabiliscono un convincente punto di chiarezza. Ma in primo luogo mi corre l'obbligo d'una precisazione.

 

Una più ampia maggioranza bersaniana nel PD per un nuovo Ulivo

Con riferimento alla discussione aperta nel PD, desidero esprimere un’opinione in merito.

Non ho per nulla condiviso le posizioni dell’on. Veltroni, trovandole sbagliate, ma con altrettanta chiarezza registro nei suoi confronti un accanimento polemico che non condivido. E non per un atteggiamento salomonico, avendo sempre espresso sulla linea veltroniana del Lingotto – riproposta in queste settimane - giudizi espliciti di contrarietà.

Penso che si debba stare al merito, forti d’una posizione, qual è quella assunta da Bersani anche in Direzione nazionale, che condivido pienamente, senza farsi prendere dall’assillo se una diversa posizione è presente nel PD, peraltro in forma nettamente minoritaria.

UN DIVERSO PD PER UN NUOVO ULIVO. L'alternativa post-berlusconiana

Bersani: Nuovo Ulivo, Governo di transizione e Alleanza Democratica per una costituente

La crisi profonda, e per certi aspetti anche inaspettata, che ha investito nel profondo l'alleanza berlusconiana costringe tutte le forze politiche ad un rapido chiarimento delle proprie posizioni, bruciando margini ad ogni forma di tatticismo e ad un possibile rinvio dei nodi politici irrisolti.

Ciò vale anche per il PD, perché di fronte al possibile precipitare degli eventi, che possono comprendere anche lo scioglimento traumatico del Parlamento, non può certo rifugiarsi nella proclamazione di strategie di lungo periodo, rinunciando così a dar voce immediata e forza politica al ruolo rilevante che ricade in questo frangente soprattutto sull'opposizione.

Per alcuni mesi si è trascinata una situazione che denotava una sostanziale paralisi del PD,  spettatore immobile di fronte ai protagonisti – Berlusconi, Bossi e Fini - che hanno occupato la scena politica con lo scontro tra le contrapposte anime del centro destra. Troppo flebile per un lungo periodo  la voce del PD, anche di fronte all'iniziativa di Casini per la formazione di un “polo di centro”,  che non trovava nel PD alcuna significativa sponda politica. Quasi che il PD, in attesa d'una futuribile alternativa, non fosse particolarmente interessato alla dinamica politica degli eventi o che il timore dei precedenti contrasti interni sulle diverse prospettive fosse tale da impedire una qualunque iniziativa di movimento, senza dover poi registrare anche divisioni nel gruppo dirigente.

Una situazione che finalmente è cambiata con la proposta di Bersani: per  un Nuovo Ulivo ed una Alleanza Democratica per una costituente.

Alleanza Democratica contro Berlusconi. Un nuovo Ulivo, anche a Brescia

A fronte di numerose brutte notizie in politica, è possibile richiamare l'attenzione – finalmente -  su una buona. Con possibili ed auspicabili riflessi anche su scala bresciana.

Alcune settimane fa Galli Della Loggia fotografava l'Italia come “un Paese senza politica” ed evidenziava, oltre alle pesanti responsabilità del Governo Berlusconi, anche l'afasia dell'opposizione, concludendo che: “ormai il Paese ascolta anche l'opposizione nella più totale indifferenza”.

Devo dire che da settimane non riuscivo a nascondere l'amarezza per la paralisi del PD,  spettatore immobile di fronte ai protagonisti – Berlusconi, Bossi e Fini - che occupavano la scena politica con le loro contrapposte anime del centro destra. Ed il PD immobile, anche di fronte all'iniziativa di Casini che non trovava nell'opposizione alcuna significativa sponda politica. Quasi che il PD, in attesa d'una futuribile alternativa, non fosse interessato agli eventi.

Poi, finalmente, un primo passo di D'Alema per un PD che si mette in gioco per un “governo tecnico”, contro l'avventurismo d'una crisi al buio e le elezioni anticipate. Subito lo sbarramento nel PD di chi è fermo ancora all'assemblea del Lingotto, del 2007, ed al convegno di Orvieto, “per un PD solo e libero”. E che, nonostante il disastro d'un referendum, sogna il bipartitismo, che è il più gran regalo per un Berlusconi in difficoltà.

Bragaglio: Il problema nostro non è Vendola, ma l’impasse del PD

Che la candidatura di Vendola per le primarie del centro sinistra, possa effettivamente far nascere un problema  politico, ciò è dovuto non alla forza della proposta, ma  all’impasse in cui di trova il PD. L’esibizione d’un corredo immaginifico, persino demagogico, di Vendola, dovrebbe far trovare la sinistra già vaccinata da tante sconfitte. Dovrebbe…

Le narrazioni vendoliane si spingono – sfidando il ridicolo - fino ad immaginarsi nel ruolo dell’Obama bianco in Italia. Un “Obama” appena eletto presidente della Puglia. Una regione carica di drammatici problemi, che meriterebbe tutto il suo impegno, oltre che – va pur detto - un ringraziamento per una vittoria, assicurata in modo decisivo dalla divisione del centro destra, con la lista “Poli Bortone-UDC”.

Sono stato tra quelli che hanno ritenuto un grave errore l’aver messo in discussione la candidatura di Vendola in Puglia. E sono altresì convinto che sia indispensabile, dopo il fallimento di Bertinotti, restituire rappresentatività politica ad un’area di circa il 10%, esclusa oggi dalle istituzioni e da un auspicabile ruolo nel centro sinistra. In questo contesto il riferimento a Vendola può rivelarsi fondamentale.

Bragaglio: un PD di movimento per il post-berlusconismo. Un governo istituzionale di transizione.


Il Pd è di fronte ad un passaggio decisivo per il proprio futuro. E per il bene del Paese. Il mutamento di fase è netto: dall'anti-berlusconismo si passa al post-berlusconismo. E tale cambiamento comporta il coraggio d'una nuova iniziativa del PD. Come Bersani ha giustamente sostenuto giorni fa all’assemblea regionale del PD.

D'altronde un partito senza tattica, ma solo con strategie di lungo periodo, è più che altro  consegnato alla paralisi. Se poi le strategie sono due, l'una ancora in stato di vedovanza del veltronismo del Lingotto, l'altra bersaniana, e per me convincente, dell'ultimo congresso, anche sul lungo periodo le cose non son destinate al meglio.

Se il PD intende proporsi come un perno dell'alternativa deve prendere atto che lo schieramento  antiberlusconiano oggi è ancora minoritario. Non solo, ma che lo spostamento elettorale in atto, pur in presenza d’una rilevante flessione del PDL, non incrementa il PD. Rimanere fermi, nell'attesa di migliori condizioni, o rotolare verso le elezioni anticipate, significa che il post-Berlusconi nascerà, ma dall'interno del centro destra.

16 07 10

Bragaglio: le sfide del PD dopo la sconfitta

All'indomani della batosta elettorale del Pd si registra un profondo scoramento. Qualunque sia stata la linea adottata dai vari segretari (Veltroni, Franceschini, Bersani) il risultato non è cambiato. L'amarezza è ancor più profonda, se fondata è la considerazione fatta da Prodi che, con la nascita del PD veltroniano, è stato inferto il colpo di grazia al suo governo.

Al recente incontro di Castenedolo ci si aspettava una qualche novità. Ma la brillante Lectio Magistralis di D'Alema non si è spinta oltre la politologia che riflette sul “che dire?”, ma che elude l'imperativo del “che fare?”. Peccato, vista l'autorevolezza di interlocutori come Martinazzoli e Tabacci ed il pubblico politicizzato nella sala civica dei Disciplini.

19 04 10

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