Partito

Bragaglio: sì alla Commissione di Garanzia

Intervista a BsOggi - 30 marzo 2012

"Claudio Bragaglio non torna a Canossa, piuttosto va a Milano o a Roma, piuttosto passa attraverso i tre gradi della commissione di garanzia. Atti di pubblica contrizione come gli chiede il segretario Pietro Bisinella non ne farà. Sospeso dal gruppo consiliare del Pd nel maggio del 2009 in seguito ad una iniziativa giudiziaria personale su A2A, Bragaglio non è disposto a rientrare «senza condizioni», come gli chiede, anzi gli impone il segretario provinciale."

NELLA TRANSIZIONE PER L'ALTERNATIVA

Il Seminario è promosso dalla Associazione “Democrazia Esigente”, da Parlamentari, da esponenti del PD, del Sindacato, di Associazioni culturali (31.3.12, Sala Unioncamere, Corso Venezia 47, MI).

Partecipano tra gli altri: Antonio Panzeri, Barbara Pollastrini, Gianni Cuperlo, Leonardo Domenici, Stefano Fassina, Fabio  Fazio, Claudio  Martini, Paolo Corsini, Massimo Mucchetti, Matteo Orfini, Andrea Orlando, Vincenzo Visco, Stefano Draghi. Tra gli aderenti bresciani, oltre all'on. Paolo Corsini, Carlo Panzera, Eugenia Grechi, Paolo Pagani,  Rosangela  Comini, Carlo Fogliata, Claudio Bragaglio, Gianluca  Del Barba, Massimo Reboldi, Miriam Cominelli, Michele Scalvenzi, Francesco Esposto, Michele Cotti Cottini, Marco Santina, Andrea Curcio, Paolo Poiatti, Matteo Domenighini, Chiara Gadaldi.

LE RAGIONI DELL'INCONTRO

Bragaglio: coalizione e candidature per l'alternativa a Paroli

Da tempo si scrutano le sfere di cristallo per un vaticinio sulla Loggia del 2013, ma finora solo ombre confuse e scarsi risultati. E così sarà fin dopo le amministrative del 2012. Molto dipende dalla crisi e dalla riuscita del governo Monti. Dal sostegno del PD, anche critico quando necessario. E dalla nuova legge elettorale, più o meno bipolare.

Immaginare oggi per la Loggia schemi rigidi od affrettate candidature è un azzardo. Quindi è importante mantenere aperto un processo di aggregazione e di confronto nel centro sinistra e con il civismo. Stare dentro un “processo federatore”, come l'ha definito l'on. Corsini, il più ampio possibile. Tenuto conto anche delle esigenze di singole forze, da Sel alle Civiche. Con un'esplicita sollecitazione rivolta anche all'UDC, critico – penso al segretario Quadrini – per alcune scelte rilevanti fatte da Paroli. E ben consapevoli, inoltre, d'un sommovimento che potrebbe investire lo stesso PD.

Giusto esserci allo sciopero di lunedì. Rammarico per Brescia

La decisione di Cgil, Cisl, e Uil, di promuovere le iniziative unitarie e lo sciopero per poter modificare la manovra del governo Monti nel senso d'una maggior equità sociale, ritengo sia giustificata e condivisibile. Come ritengo sia motivata la decisione di dirigenti e militanti del PD che intendono partecipare per testimoniare una solidarietà, per confrontarsi e per ascoltare.

Bragaglio: Governo Monti e PD - Congresso anticipato

La vicenda che ha dato vita al governo Monti inciderà sulla ricostruzione economica, ma non meno sull'assetto dei partiti. Con il venir meno del “fattore Berlusconi”, siamo in presenza d'un grande movimento impresso all'intero sistema. Una “Terza Repubblica”? Si vedrà. Per ora ha ragione l'on. Fioroni: “nessun partito uscirà dall'esperienza governativa così com'era entrato”. Compreso il PD, costretto a ripensare alcuni suoi “miti fondativi” e a correggerne gli errori. Duole dirlo, ma la “prova del nove” di questa valutazione sta nel fatto che, a fronte del tracollo berlusconiano, il PD non abbia potuto porsi come perno d'una alternativa convincente. Da qui la scelta d'un “governo tecnico”, e non già delle “elezioni subito”. Data la drammaticità della crisi, per fortuna c'è Monti e c'è Napolitano. Ma gli interrogativi aperti riguardano non già la condivisibile scelta assunta da Bersani, bensì la prospettiva.

Per la Loggia una risposta a Pasotti

Ascolto e mi confronto con Flavio Pasotti, sempre con grande interesse. Sempre con idee, provocazioni e giudizi di valore. Come nell'ultima intervista a Bsnews. Molte le cose da me condivise. I suoi giudizi su Brescia, le iniziative da assumere, avendo in testa le sfide della città del futuro, non la sopravvivenza del passato. Invece altri giudizi, più problematici, su cui soffermarsi. Il suo “appello alla borghesia”. Da uomo di sinistra lo ritengo da parte mia pienamente condivisibile. Dirò di più. Dopo la stagione della mediazione “operai e capitale” della DC e di Boni, e la contrastata vicenda Lucchini, i tentativi in Loggia di giocare in proprio da parte di Gnutti nel '94 o di Della Bona, non sono stati sostenuti neppure dalle loro categorie di provenienza (AIB). Anche perché la Loggia è stata considerata un riferimento di autorevolezza ed affidabilità, anche senza avere un “industriale” - modello berlusconiano -  al comando. Senza poi tralasciare il piccolo “dettaglio” che per certi posti in democrazia si contano i voti popolari e non le azioni di una spa.  Pasotti è critico verso i sindaci “selezionati dalla politica, in questi anni”. Se si riferisce al solo Paroli, non c'è alcun dubbio. Se si allarga “ai sindaci”, allora gioca sull'ambiguità e non son proprio d'accordo. Perché sindaci come Martinazzoli e Corsini, o prima, come Panella, Padula o lo stesso Trebeschi,  “selezionati dalla politica”, hanno reso grandi meriti e onore alla nostra città.

Bragaglio: un sostegno al nuovo Ulivo di Bersani

La proposta di Bersani per un “nuovo Ulivo” merita d’essere sostenuta con convinzione. Dice d’una vicenda nazionale, ma anche di quella locale, considerato che in Loggia si voterà insieme alle  politiche del 2013 o all’indomani di alleanze e risultati espressi dalle elezioni anticipate del 2012. La proposta di Bersani per un nuovo Ulivo è stata formulata un anno fa. Ma da allora poco  è stato fatto e ciò ha rappresentato una debolezza nella costruzione dell’alternativa di governo.

Perché SI al Referendum contro il Porcellum

Per quanto mi riguarda firmo il referendum per la riforma elettorale.

Venuta meno la proposta Passigli-Sartori che - con il correttivo della soglia del 4% ed un limitato premio di maggioranza - più si avvicinava al modello tedesco (o a quello dei Comuni) da me auspicato, assolutamente prioritario, oggi, è l'affossamento politico del Porcellum. Per questo anche la mia firma ed il mio impegno.

 

Appello di 70 dirigenti PD bresciano per lo sciopero Cgil del 6 settembre

Noi, esponenti a vario titolo del Partito Democratico, il 6 settembre parteciperemo allo sciopero e alla manifestazione indetti dalla Cgil contro la nuova manovra del governo. E’ una manovra sbagliata, iniqua e depressiva (anche nella seconda versione), che fa pagare i costi della crisi alle categorie più deboli e agli enti locali, con conseguenze gravissime sui servizi sociali e territoriali (il taglio confermato è, comunque, enorme).

Referendum elettorali: tra Passigli e Parisi? Dovendo scegliere, meglio Passigli

Sono in campo due diversi quesiti referendari sulla legge elettorale. L'uno di Passigli-Sartori, l'altro di Parisi-Castagnetti. Ed il PD finora non s'è pronunciato. Considerata la natura abrogativa del referendum, non è agevole intervenire sul testo legislativo del Porcellum. Ma, dovendolo fare, ci si espone a obiezioni su cui stanno scontrandosi agguerriti legulei dei fronti opposti. Ma è alla sostanza che è necessario mirare. Intanto agli scettici  va ricordata un’elementare verità. La legge elettorale non è una tecnicalità neutra, ma riguarda il funzionamento del cuore stesso della politica. Ed in Italia è diventata la Bastiglia nella contesa politica.

Sciopero Cgil: una valutazione diversa da quella di Rebecchi

Le diverse valutazioni sullo sciopero generale promosso dalla Cgil il 6 maggio, meritano grande attenzione. In particolare per la denuncia d’una situazione sempre più insostenibile, per le condizioni di reddito e di occupazione. Sotto accusa è la politica d'un Governo che nulla ha fatto per affrontare la crisi e i problemi sociali dei lavoratori, dei precari e dei cittadini.

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