Partito

Oltre il soldato Ryan, pure il generale D’Alema

Un amico mi faceva osservare l’imbarazzante figura fatta da D’Alema nell’intervista sua con Alan Friedman e riportata da Dagospia, dal Fatto quotidiano…Lo ha fatto  “perfidamente” – l’amico! - dopo la mia lettera aperta a D’Alema, ma ahimè pure “giustamente”. Touché!

Già, D’Alema. Con quel suo spropositato omaggio a se stesso, alla sua tenuta campagnola, a quel suo vino senza solfiti, al costo non proprio proletario d’un  vecchio ulivo, ai denti aguzzi del suo cane…

A parte quel suo vino, che per principio berrei  neppure sotto tortura, all’amico ho risposto che un esercito che si rispetti ha da salvare non solo i propri soldati, a partire dal soldato Ryan (che nella realtà era poi un burocrate di sergente), ma pure i propri generali. Sì, a partire proprio dal generale…D’Alema.

Polemiche bresciane sul PD nel PSE

A volte stento a credere a quel che leggo. Sulla vicenda Letta e l’adesione del PD al PSE, per esempio.

Si fa un congresso ed i “lettiani per Renzi” si schierano come si son schierati. Anche a Brescia. Non per polemica, ma era così difficile capire il vero obiettivo di Renzi? Forse quello di sacrificarsi per fare quel che non voleva fare, ovvero il segretario del PD?  Ha bloccato Letta, ancor più di quanto Letta stesso si fosse già bloccato, e l’ha poi saltato. Come tra bimbi, diciamo amici, il salto della cavallina.

A cose fatte ed ormai sfinite un bel documento bresciano, primo firmatario Nicola Del Bono con tante altre firme, a sostegno di Letta che stava già per andarsene. Renzi si poteva sostenere o contrastare (da parte mia ero tra i secondi) ma non si poteva, come non si può, equivocare. Va preso sul serio in tutti i suoi aspetti, quelli positivi e soprattutto quelli meno. Stessa cosa sul PD nel PSE.

Leggo le obiezioni di alcuni amici: Bazoli, Girelli, Manzoni…Si doveva approfondire, verificare, discutere. Tutto vero, ma si dà il caso che – e qui ha ragione De Martin – l’adesione del PD era esattamente una parte importante ed integrante della piattaforma di Renzi alle primarie. Ma su quel punto critico allora non una piega.

Lettera aperta a D'Alema

CONTRO LA RESA DELLA SINISTRA

D’Alema, non t’ho mai scritto una sola riga, pur avendo sempre sostenuto a Brescia le tue battaglie più importanti, quand’anche alcune neppure condivise. Ma al punto in cui siamo lo faccio, senza attendermi neppure una tua risposta. Quattro pensieri - tanto sgradevoli e di getto, quanto sinceri - affidati a questa mia bottiglia, semplicemente gettata in mare. Le vicende drammatiche, di questi giorni e di questi mesi, ci dicono d’un pericolo mortale per il futuro della sinistra riformista in Italia. D’una fine miserevole, per consunzione, scissione silenziosa e dispersione della nostra storia migliore. Una disfatta, una resa incondizionata, senza neppure un vera battaglia, del tutto priva di speranza per il futuro. E ben più di quanto ancora non appaia a livello nazionale nello sfarinamento complessivo e con alcuni dei nostri che - da arresi, ingaggiati o vinti - s’atteggiano pure a vincitori. Tu sei l’unico - l’unico - che può dare un contributo decisivo per tentare d’invertire l’inesorabilità di questo declino. Tentando di mettere in campo un nuovo progetto politico che parli - prima ancora che all’opinione pubblica ed al nostro elettorato, così come son conciati oggi, con una sinistra sociale e politica plagiata persino dal grillismo - ai quadri dirigenti intermedi, sia di antica che di nuova formazione. A quelli che finora hanno saputo resistere e che hanno voglia di ricominciare, anche assumendosi il rischio d’una nuova avventura politica ed organizzativa. D’altronde ci è ben noto che l’esercito si forma a partire dai capitani, e pure da noi sergenti di trincea, oggi letteralmente allo sbando, proprio in quanto privi d’una guida.

 

Antonio Panzeri: giovedì 20 febbraio incontro a Brescia sull’Europa

Antonio Panzeri, parlamentare europeo del Gruppo dei Socialisti e dei Democratici al Parlamento Europeo    (S&D) promuove  un incontro pubblico

giovedì 20 febbraio ore 17.30, presso la sede del PD, in via Risorgimento 18, a Brescia, sul tema:

"5 anni tra Europa e Lombardia. Bilancio di mandato e nuove prospettive in Europa"

Introduce: Rossella Olivari, resp. dipartimento "Europa", PD Brescia

  

Il bisogno di una maggiore e migliore Europa

……La mia opinione è che l’Europa oggi si trovi dinanzi ad un bivio: o è capace di diventare adulta dal punto di vista istituzionale, politico, economico e sociale o i rischi di una disgregazione sono altissimi.

Non sta scritto in nessun trattato europeo infatti, che “noi”  si debba rimanere assieme: questo vincolo non esiste. La visione secondo la quale ci sia un processo di “Europa in itinere” che va comunque avanti, anche solo per forza di inerzia, in cui a volte cadiamo anche noi, dando per scontato che l’Europa Unita rimarrà, è eccessivamente ottimistica o quanto meno incosciente.

A me piacerebbe  evitare che noi fossimo la generazione che distrugge l’Europa, opposta a quella di quelli che l’hanno costruita………..

Primarie 16 febbraio - un voto per Alfieri

 Adesioni per Alfieri

COMINELLI Miriam deputata; CORSINI Paolo senatore; GALPERTI Guido deputato; BALSAMO Angelo assemblea cittadina Brescia; BAZZANI Antonio sindaco Bovezzo; BENETTI Mario sindaco Botticino; BERGOMI Angelo esecutivo; BERTOLI Tiziano sindaco Nave; BRAGAGLIO Claudio direzione regionale; BUIZZA Dante consigliere comunale Travagliato; CADENELLI Ernesto resp. sindacato pensionati; CALDANA Piergiuseppe resp. dipartimento giustizia; CHIESA Massimo vicepresidente BIM Valle Camonica …………

L’appello alla partecipazione alle Primarie del 16 febbraio e per l’elezione di Alessandro Alfieri a Segretario regionale del PD, fatto dal Segretario provinciale Michele Orlando e dal Vicesegretario Antonio Vivenzi, è stato condiviso e sottoscritto da un gruppo di esponenti del PD.

In particolare, viene condivisa la valutazione politica espressa sulla sua esperienza di Coordinatore regionale, che già in questi mesi ha svolto positivamente, dimostrando “ di essere in grado di coniugare l’elemento del rinnovamento con quello dell’esperienza, maturata  da tempo non solo sul fronte politico, ma anche in qualità di capogruppo in consiglio regionale”.

Con le spalle al muro: ora non ci resta che Renzi

Sulla vicenda Renzi che pensare? Senza reticenze ho già sostenuto ch’egli può portarci al massimo della vittoria, come al massimo della sconfitta. Come in una puntata di tutto il patrimonio nostro sul nero od il rosso d’una roulette. Chi (e siamo stati in molti) durante le primarie per il PD ha sostenuto che il voto a Renzi era un voto contro Letta non seminava zizzania e neppure s’era consegnato all’astrologia, ma diceva semplicemente la verità dei fatti già ampiamente  in corsa. Che rotolavano come sassi in quella direzione. Il precedente delle primarie al Comune di Firenze, è stato emblematico. Dopo solo quattro anni da Presidente della Provincia Renzi si candida contro Lapo Pistelli, un cattolico anche in quel caso, di cui è stato fino al giorno prima amico e sostenitore. Tratti che dicono d’un cinismo e d’una ambizione spregiudicati, per non dire altro.

Renzi passi dal “che dire” al “che fare”

Renzi ha avuto il pregio di realizzare una discontinuità e di suscitare enormi aspettative di cambiamento. Ma tra il rottamare ed il far di macchine e di motori la differenza è abissale. Quale sia la sua vera meta (che non sia solo la sua scontata ambizione) ritengo che nessuno possa davvero dire con certezza. Al punto da fugare il dubbio che tale meta non l’abbia del tutto chiara neppure a se stesso. Per ora, la sola cosa evidente è questo suo rischioso gioco – spregiudicatamente fatto a bordo campo e in  “fuori gioco” – contro il governo di Letta. Questo suo sostegno a Letta, ma agitato da lontano, più che altro, come minaccia e corda per l’impiccato.

La soluzione del problema non va ricercata in Letta, ma in Renzi segretario del PD. Ed il futuro indefinito, ch’egli per ora ci riserva, potrebbe estendersi tra entrambi gli estremi: dal massimo della vittoria, al massimo della sconfitta. Con un ventaglio aperto a 180 gradi.

Una scelta per Alfieri segretario -16 febbraio: primarie Pd in Lombardia

Elettori ed iscritti del PD in Lombardia sono chiamati il 16 febbraio ad eleggere il Segretario e l’Assemblea regionale del PD. Dunque primarie aperte e su progetti riguardanti il futuro della Regione. Due le candidature: Alessandro Alfieri, attuale coordinatore regionale, e Diana De Marchi, espressione dell’area civatiana.

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Sulla base di approfondite riflessioni - svolte sia a livello regionale che bresciano, in particolare con numerosi amici che hanno sostenuto Cuperlo - è emerso un preciso indirizzo, quello di esprimerci a livello regionale con una autonoma valutazione di progetti politici, di programmi e di convergenze. Oltre che del valore e dell’affidabilità delle candidature. Evitando quindi di dover replicare schematicamente lo schieramento nazionale sul territorio regionale.

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Come ho motivato anche nella recente Direzione provinciale, la candidatura dell’attuale coordinatore, Alessandro Alfieri, ritengo sia la più valida e meriti quindi d’essere convintamente sostenuta. Sia per l’esperienza già svolta positivamente come Coordinatore regionale, sia per il progetto politico e programmatico presentato per il futuro del PD in Lombardia.

Bragaglio: “Fassina…chi? Dimissioni opportune” Necessaria una svolta con un Letta bis

Quando Stefano Fassina ha dato le dimissioni, mi son detto: finalmente un atto politico di chiarimento. Al netto delle varie opinioni su un’infelice battuta di Renzi e su una risposta del Viceministro, data a fior di pelle. 

Da tempo ormai ci si ritrova malamente avvitati in un tal girone dove ci si inietta in vena pure la dose quotidiana d’antipolitica e di demagogia. Ma non al punto da renderci tutti rassegnati al peggio. Eppure non s’era ancora spenta l’eco, ben più sferzante, della battuta fatta da Renzi alcuni giorni prima su “La Stampa”.   “Con Letta ed Alfano non ho niente in comune”, disse. Che, per esser stata detta dal Segretario del partito “maggior azionista” d’un governo, in tempi in cui avevan peso le parole,  si sarebbe immediatamente registrata l’apertura d’una crisi.

Letta ha fatto orecchie da mercante, mentre Fassina no! Ma – per diversità di ruolo - bene han fatto sia l’uno che l’altro. Peraltro conoscendo entrambi il grave pericolo, sempre in agguato contro chi non sopporta l’accumulo ormai piramidale di  furbastrerie e di populismi, che rischia ormai di travolgere il governo Letta ed il difficile cammino delle riforme e della fuoriuscita dalla crisi economica.

SOSTEGNO A GIANNI CUPERLO - Appello al voto alle primarie dell’ 8 Dicembre

Un appello al voto per Cuperlo è stato espresso da esponenti del mondo del lavoro, in particolare impegnati nella CGIL di Brescia e della Vallecamonica, che invitano “lavoratori, lavoratrici, pensionati, pensionate e coloro i quali abbiano a cuore il futuro dell'Italia e della sinistra ad andare a votare e scegliere Gianni Cuperlo segretario del Partito Democratico”.

“Abbiamo bisogno – sostiene l’appello - di un partito forte, coeso, in grado di mettere a frutto il suo pluralismo interno, costruendo un' identità riconoscibile agli occhi del paese, a partire da atteggiamenti di specchiata moralità, per combattere ogni forma di corruzione… affinché la politica riguadagni credibilità tra gli italiani onesti…

La crisi ha prodotto disoccupazione, precarietà, disagio e povertà. Si sono paurosamente ingigantite le disuguaglianze, si è registrato un indebolimento della coesione sociale, ponendo le persone sole di fronte alle difficoltà.

Per questa ragione è decisivo che il partito guardi al futuro del paese ponendosi dalla parte di chi ha pagato duramente la crisi, combatta con il massimo di energia le oligarchie finanziarie responsabili, in larga misura, della crisi dell'Italia e dell'Europa….

Nella proposta presentata da Gianni Cuperlo,  intravvediamo – conclude l’appello - la reale possibilità di aprire una nuova stagione capace di rilanciare ruolo e funzione del PD, che dia  risposte al Paese aprendo alla possibilità di un futuro migliore.

Per Gianni Cuperlo segretario del PD

"Arriva sempre il momento nella vita di un uomo o di una donna in cui bisogna assumersi le proprie responsabilità, affrontare con coraggio una scelta in grado di cambiare la propria vita e quella degli altri. Per me questa scelta è candidarmi alla Segreteria del PD, del partito in cui credo, del quale con orgoglio espongo il simbolo perché è immagine di libertà, coraggio, dignità della persona e di comunità. Parole che dicono chi siamo e che rivelano il bello di definirsi democratici. A muovermi non è la volontà di un’affermazione personale, ma il senso di una riscossa collettiva. La convinzione che il PD possa tornare a scommettere sull’Italia, perché il nostro Paese ha le risorse e le energie per rifondare se stesso.

Questo è il motivo più profondo per cui mi candido.

Il PD ha bisogno di un Segretario che si dedichi, a tempo pieno, a ricostruire il legame con la società sulla base di una visione del futuro che non sia solo un programma di Governo".

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